Il presidente degli Stati Uniti ha inviato ieri sera quello che ha definito il suo «ultimo avvertimento» all’organizzazione terroristica Hamas, invitandola a raggiungere un accordo per liberare tutti gli ostaggi a Gaza. In un post su Truth, Trump ha scritto: «Gli israeliani hanno accettato le mie condizioni. È ora che anche Hamas le accetti. Ho avvertito Hamas delle conseguenze in caso di rifiuto. Questo è il mio ultimo avvertimento, e non ce ne saranno altri!». Trump ha poi dichiarato ai giornalisti che pensa che «ci sarà un accordo molto presto su Gaza» aggiungendo: «Io penso che tutti gli ostaggi torneranno, i vivi e i morti».
Secondo fonti politiche israeliane di alto livello sentire da Epoch Israele, Trump avrebbe avanzato una nuova proposta per un accordo sugli ostaggi, in base alla quale tutti i 48 ostaggi verrebbero rilasciati il primo giorno dell’accordo, in cambio del rilascio di migliaia di terroristi, tra cui centinaia di assassini. L’operazione “Gideon’s Chariots II” per la presa di Gaza City verrebbe annullata e le Forze di Difesa Israeliane rimarrebbero nei pressi di Gaza City. Poi si aprirebbero negoziati per porre fine alla guerra sotto la gestione americana; finché continuerà, Israele non potrà riprendere i combattimenti nella Striscia di Gaza. Qualcosa di molto diverso, quindi, da quanto il primo ministro israeliano continua a dichiarare.
Infatti, nonostante l’annuncio di Trump secondo cui Israele avrebbe accettato i termini della sua offerta, fonti politiche a Gerusalemme non hanno confermato che sia effettivamente così, ma secondo loro, se Hamas rifiutasse l’offerta, ciò darebbe a Israele la legittimità di continuare l’operazione “Gideon’s Chariots II” e occupare la città di Gaza.
Una fonte vicina al Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato a Epoch che «Israele sta valutando molto seriamente la proposta del presidente Trump» e che «Hamas probabilmente continuerà a rifiutarla».
In risposta alla proposta di Trump, Hamas ha risposto: «Abbiamo ricevuto proposte americane, tramite i mediatori, per raggiungere un cessate il fuoco […] L’organizzazione esprime la propria disponibilità a sedersi immediatamente al tavolo delle trattative e discutere il rilascio di tutti gli ostaggi in cambio di una chiara dichiarazione della fine della guerra, un ritiro completo dalla Striscia di Gaza e l’istituzione di un comitato per la gestione della Striscia di Gaza da parte di elementi palestinesi indipendenti, che inizi immediatamente a lavorare» in vista di un accordo complessivo.
Ma secondo le fonti politiche di Gerusalemme, la valutazione a livello israeliano è che Hamas respinga la proposta di Trump, perché non include le sue due condizioni fondamentali: la sua permanenza al potere nella Striscia di Gaza e la cessazione completa della guerra con il ritiro totale delle forze israeliane. E commentatori palestinesi vicini a Hamas, hanno infatti confermato a diversi giornali arabi che l’organizzazione terroristica non accetterebbe di rilasciare tutti gli ostaggi il primo giorno dell’accordo, fidandosi delle promesse americane e perdendo tutte le carte che ora in mano; il tutto in un giorno solo. Come dire: Hamas non rinuncerà mai alla sua “polizza assicurativa” per sopravvivere a Gaza.
Ieri sera, Bassem Naim, un alto funzionario di Hamas, ha dichiarato a Reuters che la sua organizzazione non consegnerà le armi ma che è pronta a rilasciare tutti gli ostaggi, se Israele ferma i combattimenti e si ritira da Gaza. E non ha escluso la possibilità di un «cessate il fuoco a lungo termine».
A Gerusalemme, però, è opinione prevalente che Hamas andrà avanti a fare quello che ha fatto finora: continuerà con la strategia dell’ambiguità per provare a guadagnare tempo, e per cercare di fermare la totale occupazione militare di Gaza City da parte dell’esercito israeliano. Netanyahu, tutto questo sembra averlo capito molto bene e ha infatti ribadito ieri che l’operazione Gideon’s Chariots II va avanti inesorabile.
In tutto questo, la linea espressa da Netanyahu in più occasioni, diversamente da quella di Hamas, è tutt’altro che ambigua. Ed è sempre la stessa: Hamas cesserà di esistere in ogni caso. Con le buone, se i miliziani liberano tutti gli ostaggi, subito, e accettano di arrendersi e consegnano le armi senza condizioni. Oppure con con le cattive, nel qual caso la maggior parte – se non tutti – i miliziani/terroristi di Hamas verrano uccisi dall’esercito israeliano. E purtroppo questo potrebbe costare la vita a molti civili palestinesi.