Bernini: la riforma dell’accesso a Medicina è stata una rivoluzione copernicana

Il ministro dellUniversita' Anna Maria Bernini, durante la discussione del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028, nell'aula del Senato, Roma, 22 dicembre 2025. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
La riforma dell’accesso a Medicina «è stata una rivoluzione copernicana e, come tutte le riforme alla prima applicazione, non è la verità rivelata: è un percorso che può essere migliorato ascoltando gli studenti, i docenti, i rettori». Lo ha detto a “Repubblica” il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, che difende la sua riforma: «Indietro non si torna. Risolveremo le criticità, nel dialogo con gli studenti». Ci sono state contestazioni, minacce di ricorsi: «La riforma è perfettibile, ma ha sancito una necessaria discontinuità con un sistema inaccettabile perché chiuso, ingiusto e classista. Che selezionava e non formava. Nella lotteria dei quiz ci si giocava la vita e proliferava il business dei corsi privati. Ora abbiamo messo in campo un modello aperto, inclusivo e democratico. E scomodo per alcuni». Scomoda «per chi era abituato a lucrare sulla pelle delle famiglie con corsi di preparazione costosissimi e test a pagamento a fondo perduto, per chi andava ad acchiappare i respinti dai quiz e li portava a studiare all’estero. Noi – continua la ministra – abbiamo iniziato a formare, aumentato i posti, e diminuito i costi, prevedendo 250 euro d’iscrizione che vengono poi scalati dalle tasse e fornendo gratis il materiale di studio e le piattaforme per esercitarsi».
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