Donzelli il 59 per cento degli italiani è favorevole alla manovra

Giovanni Donzelli durante la inaugurazione di Atreju la kermesse di FdI che si svolge fino a domenica 14 dicembre nei giardini di Castel Sant'Angelo, Roma, 6 dicembre 2025. ANSA/MASSIMO BARSOUM
«Sulle pensioni ci sono state divergenze tra il ministro Giorgetti della Lega e alcuni parlamentari dello stesso partito. Ma la compattezza della coalizione ha evitato che tutto questo si trasformasse in difficoltà per gli italiani, prima che per la maggioranza di governo». Lo ha detto Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, in una intervista al “Corriere della Sera” riferendosi alla legge di Bilancio che oggi arriva in Aula al Senato. Ma è dovuta intervenire direttamente Giorgia Meloni e richiamare tutti: «E allora? È normale, il presidente del Consiglio non è mica una passacarte. La leadership forte di Meloni è un patrimonio importante per la nostra nazione e l’elemento centrale di stabilità del governo. Fa sintesi. E infatti abbiamo trovato celermente soluzioni. Per questo le opposizioni ce la invidiano».
Le tensioni però sono state forti, anche dentro la Lega: «Al di là di retroscena e ricostruzioni, dei quali diffido perché provengono più dalla fantasia di giornalisti odi parlamentari che vogliono dimostrare di sapere più di quello che sanno, io vedo non solo nella coalizione ma anche dentro i partiti una compattezza mai vista prima in una legislatura repubblicana». Le opposizioni parlano di una legge di bilancio fatta solo di tagli: «Le opposizioni probabilmente leggono la Manovra cercando bonus, mance, interventi spot. E non li trovano perché non ci sono. Mentre loro quando governavano cercavano misure a effetto, mirando al consenso immediato con il timore di elezioni dietro l’angolo, noi pensiamo all’effetto delle misure: scriviamo la Manovra per influire sui prossimi decenni, per rendere l’Italia più competitiva. Questa – ha continuato l’esponente di Fratelli d’Italia – è la prima legislatura in cui ogni finanziaria va letta collegata alla precedente e alla successiva. Con un’unica visione».
Le misure che dimostrano questa visione prospettica: «Potere d’acquisto delle famiglie, risorse per il servizio sanitario, aiuti alla natalità e sostegno a chi produce lavoro sono i pilastri intorno ai quali si articolano tutte le misure. Se le entrate fiscali aumentano nonostante il taglio delle tasse, vuol dire che lavoriamo nella direzione giusta. Gli unici ai quali aumentiamo un po’ le tasse sono le banche». «Non voglio piantare bandierine – ha proseguito Donzelli -. Ma sono molto fiero della detassazione dei premi di produzione, degli investimenti sulla sanità e sulla sicurezza, grazie ai quali 37 mila uomini e donne in divisa sono stati assunti e altri 31 mila lo saranno. E per gli 8,5 miliardi per la nuova transizione 5.0. Li chiedeva anche una parte dell’opposizione: quando non è solo polemica, ma avanza proposte di buon senso, come in questo caso con Calenda, ascoltiamo e siamo pronti a recepire». Per quanto riguarda infine i fondi di coesione e sviluppo: «Non sono tagli, ma spostamenti delle risorse studiati per investire in modo più intelligente. Anche sul Pnrr ci accusavano di aver messo a rischio i fondi, perché volevamo ridiscuterne con l’Europa. E invece siamo la nazione più avanti nel loro utilizzo. Sappiamo quello che facciamo – ha concluso Donzelli – E se il 59 per cento degli italiani dà un giudizio favorevole alla nostra Manovra (nel sondaggio di Affaritaliani), se il consenso dopo 3 anni e mezzo cresce, qualcosa vuol dire».
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