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Tajani: uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione

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Antonio Tajani

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Tempo di lettura: 3 Min.

«Quello che è successo nei giorni scorsi è assolutamente fisiologico. Non c’è Manovra che non abbia visto fibrillazioni e polemiche anche nella maggioranza. Ciò che conta è l’aver condotto in porto una legge di Bilancio equilibrata, seria, che garantisce, con il taglio dell’Irpef, riduzioni fiscali al ceto medio e sostegni alle imprese, assicurando la tenuta dei conti pubblici». Lo ha detto – in una intervista a «QnQuotidiano Nazionale» Antonio Tajani, leader di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri, sottolineando il ruolo di mediazione complessiva del suo partito e guardando già al traguardo dell’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione: «Mi auguro che sia prossima». La Manovra, insomma, va verso l’approvazione: «È una Manovra che va nella giusta direzione, perché punta aiutare il ceto medio, con la riduzione dell’aliquota dal 35 al 33 per cento, a ridurre la pressione tributaria sulle imprese, con l’iper-ammortamento, a favorire gli aumenti contrattuali con la detassazione per i lavoratori che hanno stipendi più bassi. Per non parlare degli investimenti crescenti nella sanità. E in questo quadro – ha continuato il ministro – voglio sottolineare anche la determinazione del ministro Paolo Zangrillo che, nonostante l’ostruzionismo della Cgil, è riuscito a ottenere il rinnovo di tantissimi contratti del pubblico impiego, a cominciare da quello di medici e infermieri».
Quanto al ruolo che ha svolto Forza Italia nell’affrontare i nodi più avviluppati della legge di Bilancio: «Rivendico il ruolo prezioso di una forza che è stata sempre fattore di equilibrio, anche nel dibattito interno al centrodestra. Abbiamo evitato nuove tasse sulla casa, impedendo l’aumento dell’aliquota per gli affitti brevi. Siamo intervenuti anche per dare un segnale alle forze dell’ordine. Siamo riusciti a evitare che vi fosse accanimento sulle imprese con la nuova tassazione sui dividendi, non solo per le grandi ma anche per le piccole». Anche sulle banche si è trovato un equilibrio: «Sì, perché siamo stati la forza che più di ogni altra si è impegnata perché ci fosse dialogo tra le parti, senza imposizioni, che spaventassero i mercati e apparissero come un accanimento nei confronti degli istituti di credito, anche a tutela delle piccole banche». C’è chi osserva che alla fine siamo di fronte a una Manovra non espansiva, per non dire di austerità: «Uscire dalla procedura d’infrazione significa garantire al Paese una credibilità che favorisce gli investimenti e la crescita, che spinge comunque l’azione economica del governo facendo risparmiare, anche per il giudizio sempre più favorevole delle agenzie di rating, miliardi di interessi sul debito. Tutto questo – ha osservato infine Tajani – è nell’interesse degli italiani e io mi auguro che il traguardo indicato sia raggiunto molto presto».

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