La manovra arriverà alla Camera il 28 e dovrà essere approvata entro il 30
Finalmente accordo della maggioranza sulla manovra, domani il voto in Senato
La manovra arriverà alla Camera il 28 dicembre e dovrà essere approvata entro il 30, per scongiurare l'esercizio provvisorio. Tra le misure allo studio la riduzione della seconda aliquota Irpef, in calo dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro, 3,5 miliardi alle imprese e una stretta sulle pensioni anticipate. Salvini: nessuna crisi di governo

Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini in conferenza stampa a palazzo Chigi, 17 ottobre 2025. Foto ANSA/MASSIMO PERCOSSI.
Approvata in Commissione Bilancio, il 22 dicembre la Legge di Bilancio 2026 approda finalmente in aula al Senato. L’emiciclo di Palazzo Madama voterà domani, e il testo passerà poi alla Camera per la discussione il 28 dicembre. Le votazioni finali sono previste a Montecitorio il 30 dicembre, e se la manovra non venisse approvata in quella data scatterebbe l’esercizio provvisorio.
La quarta manovra economica del governo Meloni vale complessivamente 22 miliardi di euro. Tra i provvedimenti più noti c’è la riduzione della seconda aliquota Irpef, in calo dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro, ma sono tante le novità del ddl bilancio che – dal giorno della sua presentazione ormai oltre due mesi fa, il 17 ottobre – ha subito numerose modifiche.
Il testo include diversi provvedimenti dedicati a casa e famiglia, a partire dalla prima casa esclusa dal calcolo dell’indicatore Isee. Prorogati per tutto il 2026 i bonus per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico che restano quindi anche per il prossimo anno al 50% per la prima casa e al 36% dalla seconda in poi (con il limite di spesa massima di 96 mila euro). Dal 2027, invece, l’agevolazione scenderà al 36% anche per la prima casa.
Confermato (solo per il 2026) anche il bonus per l’acquisto di mobili e elettrodomestici con un tetto massimo di 5 mila euro. Arrivano poi le novità per i cosiddetti “affitti brevi”: per la prima casa la cedolare secca resta al 21% e per la seconda al 26%, ma dal terzo immobile in poi dato in affitto per meno di 30 giorni la tassazione diventerà la stessa in vigore per il reddito d’impresa (finora partiva dal quinto immobile in poi).
È stata inserita inoltre, per il prossimo anno, una agevolazione fino a 1.500 euro per le famiglie con Isee fino a 30 mila euro che scelgono le scuole paritarie, ma solo per le medie e il primo biennio delle superiori.
Il testo include diversi provvedimenti dedicati a casa e famiglia, a partire dalla prima casa esclusa dal calcolo dell’indicatore Isee. Prorogati per tutto il 2026 i bonus per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico che restano quindi anche per il prossimo anno al 50% per la prima casa e al 36% dalla seconda in poi (con il limite di spesa massima di 96 mila euro). Dal 2027, invece, l’agevolazione scenderà al 36% anche per la prima casa.
Confermato (solo per il 2026) anche il bonus per l’acquisto di mobili e elettrodomestici con un tetto massimo di 5 mila euro. Arrivano poi le novità per i cosiddetti “affitti brevi”: per la prima casa la cedolare secca resta al 21% e per la seconda al 26%, ma dal terzo immobile in poi dato in affitto per meno di 30 giorni la tassazione diventerà la stessa in vigore per il reddito d’impresa (finora partiva dal quinto immobile in poi).
È stata inserita inoltre, per il prossimo anno, una agevolazione fino a 1.500 euro per le famiglie con Isee fino a 30 mila euro che scelgono le scuole paritarie, ma solo per le medie e il primo biennio delle superiori.
Sul fronte pensioni, non si potrà andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. Viene cancellata, infatti, la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare per il raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo.
Aumentano anche i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci, di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034. Previsti tagli pari a 40 milioni annui dal 2033 anche al Fondo per il pensionamento anticipato per i lavoratori impegnati in mansioni usuranti: così il fondo a disposizione passa da 233 a 194 milioni.
Quanto al Tfr, il trattamento di fine rapporto per i neoassunti dovrà essere conferito automaticamente all’Inps se non esplicitamente chiesto diversamente (secondo il cosiddetto meccanismo del “silenzio-assenso”).
Aumentano anche i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci, di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034. Previsti tagli pari a 40 milioni annui dal 2033 anche al Fondo per il pensionamento anticipato per i lavoratori impegnati in mansioni usuranti: così il fondo a disposizione passa da 233 a 194 milioni.
Quanto al Tfr, il trattamento di fine rapporto per i neoassunti dovrà essere conferito automaticamente all’Inps se non esplicitamente chiesto diversamente (secondo il cosiddetto meccanismo del “silenzio-assenso”).
Sul fronte tagli, il Fondo di sviluppo e coesione, che per il 2026 ha visto una sforbiciata di 300 milioni di euro e di 100 milioni per il 2027 e il 2028. Se per il 2026 60 milioni di euro vengono stanziati per Fondo per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria, resta il taglio del finanziamento alla Rai in arrivo dal canone (anche se ridotto a 10 milioni e solo nel 2026, dai 30 milioni inizialmente prospettati nel triennio 2026-2028). Confermato – anche se ridotto – il taglio per il Fondo per il cinema: scende a 90 milioni nel 2026 dai 150 inizialmente previsti e le risorse per il settore scendono a 610 milioni.
Arriva poi il taglio al Fondo per i farmaci innovativi: scende di 140 milioni di euro dal 2026 la sua dotazione, ma il ricavato servirà per coprire l’aumento della spesa farmaceutica per il 2026 che passerà dallo 0,2% allo 0,3%.
Arriva poi il taglio al Fondo per i farmaci innovativi: scende di 140 milioni di euro dal 2026 la sua dotazione, ma il ricavato servirà per coprire l’aumento della spesa farmaceutica per il 2026 che passerà dallo 0,2% allo 0,3%.
Le trattative sembrano ormai chiuse sul capitolo imprese. Tra le misure più importanti spiccano l’iperammortamento per gli investimenti delle aziende in beni strumentali, con maggiorazione fino al 180%. L’agevolazione si estende ora su un arco triennale, da gennaio 2026 a settembre 2028 e la normativa introduce anche una restrizione che limita l’accesso agli incentivi esclusivamente ai beni strumentali “Made in Eu” o nello Spazio economico europeo. Questa clausola taglia di fatto fuori le tecnologie extra-europee. Premiate le imprese che investono nel Sud Italia, per le quali il meccanismo della Zona Economica Speciale (Zes) Unica offre una finestra di recupero risorse. Le percentuali di riparto del credito d’imposta – ovvero uno sconto sulle tasse – potranno salire dal 60% fino al 75%. La Manovra stanzia 1,3 miliardi di euro per rifinanziare la “vecchia” Transizione 4.0 2025.
Dal primo gennaio, poi, scatta la nuova tassa sui pacchi, che impone un contributo fisso di 2 euro su tutte le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi fuori dalla Ue, per dissuadere i consumatori dagli acquisti e-commerce made in China.
Dal primo gennaio, poi, scatta la nuova tassa sui pacchi, che impone un contributo fisso di 2 euro su tutte le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi fuori dalla Ue, per dissuadere i consumatori dagli acquisti e-commerce made in China.
SALVINI SMENTISCE LA CRISI DI GOVERNO SULLA MANOVRA
L’esecutivo, intanto, comincia a tirare le somme e stemperare il clima di tensione che si è creato nelle ultime settimane. In un intervento alla trasmissione su Rete4 “Zona Bianca”, il vicepremier Matteo Salvini ha menzionato le misure previste dalla manovra per le pensioni, assicurando che non c’è «nessun rischio di crisi di governo, semplicemente alcuni tecnici avevano previsto nei prossimi anni di allungare l’età per andare in pensione, di mettere altri mesi sulla schiena degli italiani. Io ho detto di no e di chiedere altri soldi altrove».
L’opposizione, intanto attacca: per il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein la manovra è stata fatta «tagliando le pensioni, sulla pelle di chi ha lavorato una vita. «Una manovra – si legge su Ansa – che colpisce la sanità pubblica, mentre sei milioni di persone rinunciano alle cure. Una manovra che taglia scuola e università e poi insulta gli studenti, definendoli inutili. Intanto il governo si è spaccato e Giorgia Meloni, dopo giorni di silenzio, prova a raccontare un Paese che non esiste, sostenendo che gli italiani sarebbero pure felici di questa legge di Bilancio».
Giuseppe Conte, definisce la manovra «misera e ingiusta», perché «non affronta il dramma della sanità pubblica, peggiora la legge Fornero aumentando l’età pensionabile, cancella Opzione donna, taglia sulla scuola e al “libro delle tasse” di questi anni di pressione fiscale record aggiunge tasse su pacchi online, accise, ritenute d’acconto che aumenteranno fino all’1% sulle fatture delle imprese».
In un’intervista al quotidiano Repubblica, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, accusa il governo: «Gestiscono soltanto il potere e non pensano ai bisogni delle persone, trascinando il paese verso la recessione».
Giuseppe Conte, definisce la manovra «misera e ingiusta», perché «non affronta il dramma della sanità pubblica, peggiora la legge Fornero aumentando l’età pensionabile, cancella Opzione donna, taglia sulla scuola e al “libro delle tasse” di questi anni di pressione fiscale record aggiunge tasse su pacchi online, accise, ritenute d’acconto che aumenteranno fino all’1% sulle fatture delle imprese».
In un’intervista al quotidiano Repubblica, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, accusa il governo: «Gestiscono soltanto il potere e non pensano ai bisogni delle persone, trascinando il paese verso la recessione».
Alla testata Affaritaliani, che ha commissionato un sondaggio all’istituto demoscopico Lab21 dal quale emerge che Legge di Bilancio è approvata dal 58,9% degli italiani, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato: «Un dato che ci incoraggia e ci responsabilizza ancora di più».
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