La Lega ha minacciato di non approvare la manovra se il capitolo pensioni fosse rimasto invariato
Il Governo ritira metà delle misure previste dal "maxiemendamento”
Dopo il caos delle ultime ore nella maggioranza e il "pugno duro" della Lega, arriva il dietrofront dell'esecutivo sulla stretta alle pensioni e il depotenziamento del riscatto della laurea breve. Diverse misure proposte due giorni fa scompaiono

La Camera dei deputati, immagine di archivio. Foto ANSA/ANGELO CARCONI
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Le modifiche alla Legge di Bilancio 2026 continuano a essere stralciate o rimodulate, anche nel giro di 48 ore. È successo per le pensioni e il riscatto della laurea, temi su cui il governo ha fatto dietrofront a appena due giorni dalla presentazione del maxiemendamento che ha fatto tanto discutere la maggioranza, in particolare, con il “no” della Lega al voto sul testo se fossero rimaste le misure in materia di pensioni.
Via quindi il depotenziamento del riscatto della laurea inizialmente proposto, che invece continuerà a permettere l’uscita accelerata dal mondo del lavoro per tanti anni quant’è durato il corso di studi (confermando la normativa attualmente vigente).
Il governo ha abbandonato anche l’idea di allungare le “finestre” per ricevere materialmente l’assegno dell’Inps dopo l’accesso alla pensione anticipata, misura che aveva scatenato tanto le opposizioni quanto la Lega. Resta quindi di tre mesi il tempo di attesa tra l’inizio della pensione e l’effettivo pagamento dell’assegno. Mantenuto, tuttavia, l’aumento dell’età pensionabile di 3 mesi dal 2028 che riguarderà quasi tutti i lavoratori. Cancellato anche il meccanismo del “silenzio-assenso” sul Trattamento di fine rapporto (Tfr) per i nuovi assunti, ossia la norma che prevedeva l’adesione automatica (salvo esplicito rifiuto) al conferimento della liquidazione finale ai fondi per la pensione.
Il governo ha abbandonato anche l’idea di allungare le “finestre” per ricevere materialmente l’assegno dell’Inps dopo l’accesso alla pensione anticipata, misura che aveva scatenato tanto le opposizioni quanto la Lega. Resta quindi di tre mesi il tempo di attesa tra l’inizio della pensione e l’effettivo pagamento dell’assegno. Mantenuto, tuttavia, l’aumento dell’età pensionabile di 3 mesi dal 2028 che riguarderà quasi tutti i lavoratori. Cancellato anche il meccanismo del “silenzio-assenso” sul Trattamento di fine rapporto (Tfr) per i nuovi assunti, ossia la norma che prevedeva l’adesione automatica (salvo esplicito rifiuto) al conferimento della liquidazione finale ai fondi per la pensione.
Ma nell’ultima proposta di modifica alla manovra presentata dall’esecutivo ci sono anche altri passi indietro. Salta il nuovo contributo di 1 miliardo e 300 milioni chiesto alle compagnie assicurative, mentre in precedenza la norma prevedeva il versamento a titolo di acconto pari all’85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l’anno precedente. E viene anticipata dal 2029 al 2028 la ritenuta d’acconto per le aziende, che quindi dovranno versare prima le tasse all’erario con un’aliquota pari allo 0,5%, al netto dell’Iva, che passerà all’1% dal 2029.
Arriva poi il via libera in Commissione bilancio all’intestazione delle riserve auree al popolo italiano, che continueranno però a essere custodite dalla Banca d’Italia.
«È un momento molto importante, è una mia battaglia di 11 anni – scrive sui social il senatore della Lega Claudio Borghi – Penso che sia una delle cose più importanti di questa manovra. Riaffermare il principio che l’oro “appartiene al popolo italiano ” ci riporta nella normalità».
«È un momento molto importante, è una mia battaglia di 11 anni – scrive sui social il senatore della Lega Claudio Borghi – Penso che sia una delle cose più importanti di questa manovra. Riaffermare il principio che l’oro “appartiene al popolo italiano ” ci riporta nella normalità».
Nel frattempo, dopo il caos delle ultime ore, le forze politiche si sono fatte sentire. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nella sua newsletter ritiene «che Meloni e Salvini dovrebbero essere ‘spernacchiati’ a vita» e che Giorgetti abbia «perso la faccia».
Anche Luigi Marattin, segretario del Partito Liberaldemocratico, fa del sarcasmo sui social: «Il Partito liberaldemocratico ringrazia Giancarlo Giorgetti per il lavoro svolto e prende tragicamente atto della nomina di Claudio Borghi a ministro dell’Economia. In bocca al lupo comunque al nuovo ministro».
Immancabile il commento di Giuseppe Conte, capo del Movimento Cinque Stelle, che si chiede dove siano finiti «gli sbandierati nuovi investimenti per le imprese». L’unica cosa che «procede spedita», scrive Conte sui propri canali social, «è la corsa al riarmo. Stanno inserendo emendamenti su emendamenti per accelerare la produzione militare».
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