Tajani: rafforzamento del partenariato bilaterale tra Italia e Iraq

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Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato oggi alla Farnesina il vice primo ministro e ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein, per un confronto sui principali dossier regionali e sul rafforzamento del partenariato bilaterale tra Italia e Iraq nei settori economico, culturale e della difesa. Lo riferisce una nota del ministero degli Esteri italiano. «L’Iraq è un partner strategico per l’Italia nella regione: sono quasi 500 i militari italiani impegnati nel Paese in attività di addestramento, sia bilaterali che multilaterali, quest’ultime nel quadro della Coalizione anti-Daesh e della locale Missione Nato», afferma la Farnesina. Tajani ha valorizzato l’impegno italiano per Gaza e verso la soluzione a due Stati, il sostegno a un processo politico inclusivo in Siria e alla stabilità del Libano nella prospettiva del ritiro di Unifil, nonché alla ripresa del dialogo sul dossier nucleare fra Iran e Usa. Nel corso dell’incontro, il titolare della Farnesina ha sottolineato il valore strategico dell’Iraq per l’Italia nella regione. Attualmente sono quasi 500 i militari italiani impegnati nel Paese in attività di addestramento, sia in ambito bilaterale sia multilaterale, nell’ambito della Coalizione internazionale anti-Daesh e della Missione Nato in Iraq (Nmi), che l’Italia ha comandato a partire dal 2022. Il colloquio si è svolto a poche settimane delle elezioni parlamentari irachene tenutesi lo scorso novembre. Tajani ha espresso l’interesse dell’Italia «a lavorare con il nuovo esecutivo non appena sarà insediato», in una fase politica caratterizzata da negoziati complessi per la formazione del governo, secondo il tradizionale sistema di condivisione del potere che assegna la guida dell’esecutivo alla componente sciita, la presidenza del Parlamento ai sunniti e quella della Repubblica ai curdi. La prima sessione del nuovo Parlamento è prevista per il 29 dicembre, passaggio che aprirà formalmente la fase di formazione del governo. Il ministro degli Esteri italiano si è inoltre congratulato con Baghdad per l’imminente conclusione della Missione delle Nazioni Unite in Iraq (Unami), definendola il risultato dei progressi compiuti sul piano della sicurezza e della stabilità. In questo quadro, Tajani ha richiamato anche la parziale revisione dell’avviso ai viaggiatori diretti in Iraq, attribuendola ai miglioramenti delle condizioni securitarie. Sul piano economico, Tajani ha ricordato la folta presenza imprenditoriale italiana in Iraq, in particolare nei settori dell’energia, delle infrastrutture e della sanità, ribadendo l’obiettivo di rafforzare la cooperazione economica in tutti i comparti strategici. Tra le priorità, ha indicato le opportunità offerte dai grandi progetti infrastrutturali promossi da Baghdad, a partire dall’Iraq Development Road (Idr) e dal corridoio Imec (India–Middle East–Europe Corridor). L’Imec è un corridoio economico e logistico lanciato nel 2023, con il sostegno di India, Stati Uniti, Unione europea e diversi Paesi del Golfo, che mira a collegare l’Asia meridionale all’Europa attraverso una combinazione di rotte marittime, ferroviarie ed energetiche, riducendo tempi e costi di trasporto e rafforzando l’integrazione tra Europa, Medio Oriente e Asia. Il progetto è considerato anche uno strumento geopolitico per diversificare le catene di approvvigionamento globali. L’Iraq Development Road, promosso dal governo di Baghdad, prevede invece la realizzazione di una vasta rete di autostrade e ferrovie che collegherà il porto di al-Faw, sul Golfo Persico, al confine con la Turchia, trasformando l’Iraq in un hub di transito tra Asia ed Europa. L’iniziativa punta a diversificare l’economia irachena, riducendo la dipendenza dagli idrocarburi e attirando investimenti esteri nei settori della logistica e delle infrastrutture, con potenziali ricadute positive anche per le imprese italiane. In un’intervista concessa ad «Agenzia Nova» lo scorso ottobre, a margine dei Med Dialogues di Napoli, lo stesso ministro iracheno Fuad Hussein aveva definito l’Italia un partner strategico «sul piano economico e della sicurezza», sottolineando la ripresa delle esportazioni di petrolio iracheno verso l’Italia e la riapertura del flusso attraverso l’oleodotto Iraq-Turchia dopo un blocco di un anno e mezzo. Il capo della diplomazia di Baghdad aveva inoltre elogiato il ruolo delle aziende italiane nella ricostruzione e nello sviluppo energetico, così come il contributo delle forze armate italiane nell’addestramento delle unità di sicurezza irachene. Nei primi nove mesi del 2025, l’interscambio commerciale tra Italia e Iraq ha raggiunto circa 1,6 miliardi di euro. L’export italiano si è attestato a 680 milioni di euro, concentrato soprattutto in macchinari, beni strumentali, apparecchiature elettriche e prodotti farmaceutici, mentre le importazioni dall’Iraq sono dominate dal petrolio greggio, che rappresenta oltre il 95 per cento del totale. Gli investimenti diretti italiani nel Paese restano limitati, ma sono considerati indicativi di un potenziale di crescita legato ai programmi di ricostruzione e modernizzazione dell’economia irachena.
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