Craxi: decisione del Consiglio Ue di ricorrere al debito comune segna un cambio di paradigma

Stefania Craxi partecipa alla quarta riunione della Cabina di regia del Piano Mattei per l'Africa, iniziata da pochi minuti nella Sala Verde di Palazzo Chigi, 19 maggio 2025. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI +++ NPK +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++++
La decisione del Consiglio Europeo di ricorrere al debito comune per sostenere l’Ucraina «segna un cambio di paradigma nella storia comunitaria. Non è solo una scelta economica ma un segnale di volontà politica, che apre la strada a un’Europa capace di difendersi. Per anni l’Unione è rimasta ancorata a politiche di austerità che hanno limitato la capacità di risposta comune alle crisi. Già con la pandemia si era intravisto un cambiamento, grazie al programma Next Generation EU. Ma con questa misura la svolta diventa sostanziale, poiché emettere debito garantito dal bilancio comunitario di fatto nell’ambito di una scelta di politica estera e di difesa, significa assumere un impegno collettivo che rafforza la nostra credibilità». Lo dichiara Stefania Craxi, presidente della commissione Affari esteri e Difesa del Senato.
«L’Italia – prosegue la Craxi – ha avuto un ruolo centrale in questo percorso, sostenendo con forza la necessità di una soluzione giuridicamente solida e finanziariamente prudente. Il governo ha lavorato per evitare scorciatoie rischiose, come l’uso diretto degli asset russi congelati, e per garantire un meccanismo che tutelasse la legalità e la stabilità del sistema europeo, contribuendo a far prevalere il buon senso e a consolidare un consenso ampio attorno alla proposta. Sul piano strategico, voglio intendere questo debito comune non solo come uno strumento finanziario funzionale ma come un primo, necessario, tassello per una difesa europea integrata, perché senza basi economiche comuni non può esistere una sicurezza comune». «L’Europa così facendo – conclude Craxi – sceglie di non essere spettatrice, ma protagonista del proprio destino. E l’Italia conferma la volontà di essere protagonista della costruzione di una politica estera e di difesa comune».
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