Logo Epoch Times
Voto previsto per il 23 dicembre

Manovra rivoluzionata, stretta su pensioni anticipate e silenzio-assenso sul Tfr

Tante le novità rispetto al testo presentato due mesi fa. Si allontana ulteriormente il traguardo della pensione per i lavoratori e per i neo assunti la liquidazione finale andrà direttamente all'Inps se non comunicato entro 60 giorni dall'inizio del contratto

top-article-image

Un momento alla Camera durante la convocazione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di giudici della Corte Costituzionale, Roma, 14 Gennaio 2025. ANSA/GIUSEPPE LAMI

author-image
Condividi articolo

Tempo di lettura: 5 Min.

L’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2026 è alle battute finali e l’esame al Senato comincerà il 19 dicembre e proseguirà il 22, mentre il voto è previsto per il 23. A comunicarlo è la Conferenza dei Capigruppo. Dopo la presentazione, da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, del maxi emendamento da 3,5 miliardi di euro sono in arrivo diverse novità.
Si allungano i tempi per accedere alla pensione anticipata; attualmente è garantita con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Una volta raggiunto il requisito bisogna però attendere 3 mesi per la decorrenza della pensione, lasso di tempo che in gergo si chiama «finestra». L’emendamento interviene sulla durata della finestra, che resterà di tre mesi se l’anzianità contributiva viene raggiunta entro il 31 dicembre 2031. Dal primo gennaio 2032 al 31 dicembre 2033, invece, la finestra sale a 4 mesi, poi a 5 per chi matura i requisiti nel 2034 e infine a 6 dal primo gennaio 2035. In più secondo quanto stabilisce il disegno di legge di Bilancio, nel 2027 i contributi necessari per la pensione anticipata aumenteranno di un mese e di altri due mesi dal 2028.
Un altro provvedimento penalizza il riscatto della laurea breve (tre anni) e dei diplomi universitari triennali. Attualmente questi titoli possono essere riscattati a pagamento, consentendo di raggiungere la pensione anticipata tre anni prima. In futuro, però, il riscatto varrà sempre meno. Dal 2031, in caso di riscatto, ai fini del calcolo del requisito dei contributi, verranno tagliati sei mesi, 12 dal 2032, 18 dal 2033, 24 dal 2035 e 30 dal 2035. Quindi, a regime, su un riscatto di tre anni conteranno solo sei mesi ai fini di raggiungere prima la pensione e anche riscattando la laurea magistrale (3+2) i contributi conteggiati saranno solo 2 anni e mezzo.
In arrivo anche il silenzio-assenso per dirottare il Trattamento di fine rapporto sui fondi pensione. Dal primo luglio 2026, secondo quanto stabilito dal maxiemendamento, per i lavoratori dipendenti del settore privato assunti per la prima volta il Tfr finirà automaticamente al fondo di previdenza integrativa individuato dai contratti collettivi di lavoro a meno che, entro 60 giorni, il lavoratore non rinunci esplicitamente disponendo di versare il Tfr «a un’altra forma di previdenza complementare» oppure di mantenerlo come Trattamento di fine rapporto.
Il governo cerca risorse aggiuntive per la Legge di Bilancio e lo fa chiedendo un nuovo contributo alle compagnie assicurative, che entro il 16 novembre di ogni anno dovranno versare un acconto pari all’85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l’anno precedente. Grazie a questa anticipazione entreranno nel bilancio 2026 1,3 miliardi.
L’emendamento deciso da Palazzo Chigi impone, poi, lo slittamento di 780 milioni di fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina al 2033. Secondo quanto si legge nella relazione tecnica la decisione è stata presa «alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nell’anno 2025 in conto residui rinvenienti dall’anno 2024»
Critiche contro la stretta sulle pensioni arrivano dalla Cgil. «Con queste scelte l’Esecutivo riesce in un’impresa clamorosa, quella di superare persino la legge Monti-Fornero, rendendo il sistema previdenziale ancor più rigido, ingiusto e punitivo per lavoratrici e lavoratori», attacca in un comunicato stampa il segretario confederale del sindacato, Lara Ghiglione.
Soddisfazione invece da parte del presidente della Confindustria, Emanuele Orsini. «Ciò che ci era stato rappresentato e promesso dal governo, che l’industria era al centro dell’attenzione, lo stiamo percependo», riconosce Orsini a margine di un convegno di Previndai, il fondo pensionistico dei dirigenti industriali.

Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times