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Il Pcc corrompe politici, imprenditori, influencer e giornali attuando una vera e propria propaganda filo-cinese

L’infiltrazione del regime cinese in Canada

«La Repubblica Popolare Cinese è la più grande organizzazione criminale al mondo e una minaccia per la democrazia canadese»

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Bandiere del Canada e degli Stati Uniti. Foto REUTERS/Carlos Osorio/File Photo

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«La Repubblica Popolare Cinese è la più grande organizzazione criminale al mondo e una minaccia per la democrazia canadese». Lo ha dichiarato l’ex direttore del programma Proceeds of Crime della Royal Canadian Mounted Police, Garry Clement. Secondo l’esperto, il regime controlla tutte le comunità cinesi all’estero, comprese le associazioni culturali e le camere di commercio e le usa per spiare, intimidire e perseguitare «chiunque osi criticare il regime».
Non solo: il Pcc corrompe politici, imprenditori, influencer e giornali attuando una vera e propria propaganda filo-cinese attraverso il cosiddetto Fronte Unito del Pcc (una rete di soggetti controllati all’estero), considerato dalla Public Safety Canada «il primo strumento utilizzato per la propaganda cinese». Sono diversi, infatti, i politici canadesi che avrebbero collaborato con il Canada China Business Council; un’organizzazione che, sottolinea Clement, perseguita i dissidenti cinesi in Canada e che attraverso organizzazioni criminali «inonda» il Nord America di fentanyl e ricicla denaro sporco «in parallelo» con il Fronte Unito.
Dean Baxendale, amministratore delegato del China Democracy Fund, ha definito l’influenza cinese in Canada una vera e propria «guerra senza sparare un colpo» che condiziona l’opinione pubblica attraverso la manipolazione dell’informazione e il controllo dei giornali.
La dittatura comunista cinese quindi, permea ormai ogni aspetto della vita dei canadesi: dalle università ai social media, dalle catene di approvvigionamento ai prezzi delle case, fino alle elezioni politiche. Una tesi condivisa anche dalla docente dell’Università del Manitoba, Maria Cheung, che parla di una vera e proria «guerra psicologica» volta a manipolare l’opinione pubblica e il sistema giuridico canadese al punto che i servizi segreti canadesi considerano quello del Partito comunista cinese il regime più «pericoloso, subdolo e ostile» al mondo. Un esempio eclatante, dice la Cheung, è quello della persecuzione nei confronti di Shen Yun Performing Arts, una compagnia di danza classica cinese con sede a New York da sempre perseguitata dal Pcc, che espone la cultura tradizionale cinese prima del comunismo e denuncia le violazioni dei diritti umani in Cina.
Anche l’avvocato internazionale per i diritti umani David Matas ha citato esempi concreti di persecuzione, alcuni dei quali vissuti in prima persona. Ha raccontato il caso di una praticante del Falun Gong – la disciplina spirituale barbaramente repressa dal regime cinese dal 1999 – che è stata espulsa dall’Associazione Anziani Cinesi di Ottawa unicamente per il suo credo. Il Tribunale per i Diritti Umani dell’Ontario aveva ordinato la sua riammissione, ma l’associazione ha preferito sciogliersi piuttosto che rispettare la sentenza.
L’avvocato Matas ha poi citato un episodio del 2004: funzionari del consolato cinese di Calgary avevano distribuito materiale diffamatorio del Falun Gong durante una conferenza all’Università dell’Alberta, al fine di demonizzarlo e tentare di “giustificare” la persecuzione, gli arresti arbitrari e le torture perpetrati dalla dittatura cinese ai praticanti del Falun Gong stesso. Ma il ministro della Giustizia canadese aveva negato l’autorizzazione a procedere, fermando di conseguenza il processo. L’avvocato ha inoltre denunciato come diversi giornali americani abbiano stranamente interrotto diverse inchieste sul prelievo forzato di organi inflitto dal regime cinese ai praticanti del Falun Gong, uiguri, tibetani e cristiani.
In definitiva secondo Matas, il regime cinese mira a «controllare ovunque» ciò che si può dire o no sulla Cina. Per questo motivo ha ribadito quanto sia cruciale sensibilizzare l’opinione pubblica: una missione che, per ovvie ragioni, chi vive in Cina non può svolgere se non rischiando la propria vita.
 
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