Durigon: annullare l’aumento sull’età pensionabile

Claudio Durigon, sottosegretario di Stato al ministero del lavoro e delle politiche sociali e Francesco Baroni durante lassemblea generale di Assolavoro dal titolo Aspettative e bisogni: persone lavoro scenari, Roma 24 giugno 2025. ANSA/FABIO FRUSTACI
Photo: NPK
Il sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega Claudio Durigon in un’intervista alla “Stampa” spiega che «se non si riuscirà a sterilizzare il meccanismo (di aumento dell’età pensionabile ndr) già quest’anno lo si farà certamente il prossimo». «Anche il ministro Giorgetti è d’accordo», aggiunge. In parallelo si punta poi a potenziare la flessibilità in uscita rafforzandosi contratti di espansione «perché in Italia ci sono troppi over 60 al lavoro, mentre le nostre imprese per essere più efficienti hanno bisogno di assumere giovani». L’aumento dell’età pensionabile incombe pericoloso su chi andrà in pensione nei prossimi anni: «Premesso che i conti dell’Inps sono in buona salute e che il nostro sistema previdenziale è assolutamente sostenibile, va detto che sull’età pensionabile siamo già intervenuti abbattendo l’aumento previsto per il 2027 quando i requisiti per lasciare il lavoro aumenteranno di un solo mese anziché di tre. E come ha già spiegato anche il ministro dell’Economia – continua Durigon – abbiamo tutto il tempo per poter annullare questo aumento nel corso del 2026. Come Lega proponiamo alla maggioranza di farlo già con questa finanziaria o altrimenti di farlo il prossimo anno: per quanto mi riguarda mi sento di garantire che al più tardi nel 2026 introdurremo la sospensione totale dell’aumento dell’età pensionabile per cui poi nel 2027 non ci sarà alcun aumento». Opzione donna e Quota 103 non sono state riconfermate: «Anche su queste misure ci sono vari emendamenti, ma sono in valutazione. Questa settimana cercheremo di capire cosa si riesce a fare tenendo presente che però non tutti sono convinti che sia utile intervenire». Il rischio è di rimanere senza strumenti di flessibilità in uscita: «La cosa più utile è rifinanziare i contratti espansione che oggi interessano solo alcuni settori in sofferenza e che potremmo estendere reperendo i fondi necessari». Si deve percorrere questa strada «perché purtroppo abbiamo un’alta percentuale di over 60 che ancora lavorano e questo non ci permette di aggredire il mercato del lavoro per far entrare più giovani nelle imprese in modo da renderle più efficienti nel momento in cui sta sempre più prendendo piede l’intelligenza artificiale. A livello europeo siamo il Paese col più basso tasso percentuale di giovani occupati nel mondo del lavoro, siamo attorno al 4 per cento mentre gli altri viaggiano tra l’8 ed il 12 per cento». Pochi giovani al lavoro anche perché tanti scappano dall’Italia: «I numeri di questo esodo sono pazzeschi. Per arginare questo fenomeno bisogna mettere in campo una flat tax al 5 per cento in modo da legare i giovani alle aziende del loro territorio e all’Italia evitando di disperdere professionalità importanti. L’obiettivo, per chi ha un reddito lordo inferiore a 35 mila euro, è di avere busta paga fino a 200, 250 fino a 300 euro in più». In futuro però avranno pensioni sempre più misere: «Per questo occorre spingere di più sulla previdenza complementare. Da sempre sono convinto che si debba trovare una formula quasi obbligatoria per finanziarla. E’ uno strumento nato nel 2005 per dare un sostegno forte al sistema contributivo, riguarda le imprese con più di 50 dipendenti ma non tutte versano. E’ una misura che tra l’altro non incide sui bilanci delle imprese perché questo costo va tutto in ammortamento e come governo vorremmo certamente metterla in campo» conclude Durigon.
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