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Terzi: Pechino progetta di respingere gli Usa nel proprio emisfero per sottomettere Taiwan

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Il ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi ha scritto su X: «l’allarmante strategia cinese in America Latina. Interessante e puntuale analisi di Jianli Yang per National Review nella quale evidenzia come circa una settimana dopo che Washington ha pubblicato la “Strategia di Sicurezza Nazionale” (NSS) degli Stati Uniti, Pechino ha pubblicato il proprio documento programmatico sull’America Latina e i Caraibi. La tempistica non è stata casuale. Insieme, i due documenti riflettono l’inasprirsi della competizione tra grandi potenze in una regione che gli Stati Uniti hanno storicamente considerato come il loro santuario geopolitico, ma che la Cina vede sempre più come un’estensione della sua sfida globale a Washington. Il documento di Pechino è più di un semplice aggiornamento, è un progetto per respingere gli Stati Uniti nel proprio emisfero e un’affermazione che la questione di Taiwan è ora alla base dell’impegno globale della Cina, anche in regioni geograficamente lontane dallo Stretto di Taiwan».
Terzi ha poi evidenziato che: «per il prossimo futuro, secondo Jianli Yang, indica alcuni probabili scenari: in primo luogo, la concorrenza si intensificherà notevolmente. Gli Stati Uniti rafforzeranno le risorse di intelligence e sicurezza in tutta l’America Latina, aumenteranno il controllo sugli investimenti cinesi nelle infrastrutture critiche e faranno pressione sui governi affinché evitino di adottare sistemi cinesi di intelligenza artificiale o di sorveglianza dei dati. La Cina, dal canto suo, sfrutterà le esigenze economiche e la frammentazione politica, accelerando i propri sforzi per conquistare i restanti paesi che riconoscono Taiwan. In secondo luogo, gli Stati latinoamericani probabilmente sfrutteranno la crescente concorrenza tra Stati Uniti e Cina per ottenere vantaggi materiali. Gli Stati più piccoli potrebbero tentare di ottenere incentivi di sicurezza dagli Stati Uniti continuando ad accettare finanziamenti cinesi per lo sviluppo, scegliendo di giocare su entrambi i fronti in un mercato competitivo. In terzo luogo, la competizione nell’Indo-Pacifico sarà sempre più influenzata dagli sviluppi lontani dal Pacifico. Se la Cina riuscirà a stabilire una presenza quasi strategica nel cortile di casa degli Stati Uniti, la capacità di Washington di deterrenza nei confronti di Pechino nell’Asia orientale sarà messa a dura prova. Al contrario, se gli Stati Uniti riuscissero a consolidare efficacemente la stabilità dell’emisfero, potrebbero neutralizzare la strategia di “pressione-distrazione” di Pechino. In definitiva, la decisione della Cina di legare esplicitamente la sua strategia latinoamericana al suo sogno di sottomettere Taiwan rivela l’essenza della visione del mondo di Pechino: il mondo intero è una scacchiera e la questione di Taiwan è il re al centro. Per Washington, l’implicazione è chiara: l’Indo-Pacifico non può essere difeso senza garantire la sicurezza dell’emisfero occidentale. Pechino ha fuso i due teatri, gli Stati Uniti devono elaborare una risposta integrata o rischiano un’eccessiva estensione strategica, proprio l’effetto che la Cina sta cercando di ottenere».

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