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Conte: sui negoziati lasciamo fare a Trump

Fratelli d’Italia agli alleati: serve coesione sulle armi all’Ucraina

Dopo le recenti prese di posizione della Lega contro la prosecuzione del sostegno militare a Kiev, un dossier riservato ai parlamentari di Fratelli d'Italia lancia un monito al governo. Ma il partito di Matteo Salvini continua a smarcarsi dalla linea della maggioranza

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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato durante comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo , Roma, 22 Ottobre 2025. Foto ANSA/GIUSEPPE LAMI

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Dopo settimane di tensioni nella maggioranza e le dichiarazioni incendiarie della Lega sul sostegno militare all’Ucraina, arriva la “strigliata” di Fratelli d’Italia. Martedì sera, rivelano Repubblica e Corriere, il partito ha diffuso a tutti i suoi parlamentari un dossier che traccia sostanzialmente la linea da tenere in vista dell’approvazione del decreto per l’invio di armi a Kiev che – lo assicura il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – verrà approvato entro la fine di dicembre.
«È una fase delicatissima per il futuro dell’Ucraina e dell’Europa», si legge, e «se oggi parlare di pace è possibile è grazie alla resistenza del popolo ucraino ma anche grazie al fatto che l’Occidente, coeso, non ha abbandonato Kiev fornendole il supporto necessario a resistere a un’invasione contraria a tutti i principi del diritto internazionale».
Il documento – redatto dall’ufficio studi di via della Scrofa, braccio operativo del sottosegretario di Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari – non cita apertamente il partito di Matteo Salvini. Ma fa riferimento a anonimi «commentatori che, magari per aumentare il proprio pubblico, cadono nella tentazione di alimentare discussioni su divisioni, contrapposizioni e spaccature». Una tendenza che «non giova a nessuno e che sicuramente non aiuta i negoziati». La nota informativa del partito della premier Meloni sottolinea poi che «rifuggendo qualunque fuga in avanti o sterile presa di posizione, FdI alla guida del governo mantiene la posizione di responsabilità che ha scelto sin da quando sedeva all’opposizione: in difesa della libertà e del diritto internazionale». Il messaggio è chiaro: basta con le divisioni interne e più cautela sulla politica estera.
Ma a poche ore dal monito di Fratelli d’Italia arriva l’ennesimo “no” della Lega al riarmo dell’Ucraina, questa volta attraverso le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo in un’intervista a Affari Italiani, pubblicata il 10 dicembre. «Sarebbe bene attendere l’evoluzione delle trattative in corso – sono le parole di Romeo – così da definire un provvedimento coerente con il percorso diplomatico intrapreso e in grado di includere le garanzie di sicurezza per l’Ucraina che emergeranno dal negoziato». È sulla stessa linea anche l’europarlamentare e vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci. «Siamo in un momento topico del conflitto, secondo me dobbiamo aspettare di avere una situazione più chiara. Che cosa succederà tra qualche mese? Rischiamo di approvare un decreto che poi tra un mese decade perché la situazione è totalmente cambiata», ha detto Vannacci all’Ansa.

CONTE VICINO ALLE POSIZIONI DELLA LEGA

E come se non bastassero gli scossoni della Lega, un altro terremoto arriva dalle parole del presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e questa volta a tremare è anche l’opposizione. «L’Europa è completamente disorientata – dice Conte a margine di una conferenza stampa alla Camera -. Ha scommesso sulla vittoria militare dell’Ucraina e adesso non ha nessuna alternativa. Quindi lasciamo che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti». Il governo italiano e quelli europei, rincara la dose il leader pentastellato, «hanno fallito puntando sulla scommessa militare a colpi di invii di armi. In Europa alcuni vorrebbero continuare una guerra per procura e Giorgia Meloni rimane nel mezzo, silente, cercando di capire quale sarà la soluzione migliore per rivendicare di aver contribuito a quella soluzione».
Le reazioni della sinistra non si sono fatte attendere. «Le affermazioni di Giuseppe Conte, che vuole lasciare fare a Trump, sono inaccettabili e irresponsabili: non è vero che l’Europa ha puntato sulla vittoria, non si tratta di una scommessa sull’esito di una partita di calcio, ma di sostenere la resistenza di un paese ai confini dell’Unione europea invaso militarmente da una potenza come la Russia. Non riguarda solo l’Ucraina, ma il futuro della sicurezza dell’intera Europa», ha detto il Segretario di +Europa, Riccardo Magi intervenendo a L’Aria Che Tira su La7.
Sui social, il senatore del Partito Democratico, Filippo Sensi, ironizza: «Ho letto una nota su Europa, Trump e Ucraina che pensavo fosse di Vannacci o Borghi. Sbagliavo». Non si esprime il segretario del Pd, Elly Schlein, che fino a qualche giorno fa invocava la «coesione europea» contro la «strategia di Trump di dividerci, per renderci più vulnerabili singolarmente», si legge in un comunicato stampa. Parole che rendono sempre più evidenti le distanze con Giuseppe Conte e delineano un Campo largo ogni giorno più diviso.
 

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