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Zar Vladimir ribadisce: la guerra in Ucraina è colpa della Nato

Putin: ho già fatto molte concessioni a Trump

Vladimir Putin, durante la tradizionale conferenza stampa-fiume di fine anno, ha dichiarato di appoggiare l’impegno del presidente statunitense Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina, ma di aver già concesso molto/troppo a Trump nell'incontro dello scorso agosto in Alaska

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Vladimir Putin partecipa alla tradizionale conferenza stampa e diretta telefonica di fine anno a Mosca, 19 dicembre 2025. Foto Sputnik/Vyacheslav Prokofyev/Pool via Reuters.​

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Tempo di lettura: 5 Min.

Vladimir Putin, durante la tradizionale conferenza stampa annuale del 19 dicembre, ha dichiarato di appoggiare l’impegno del presidente statunitense Donald Trump volto a porre fine alla guerra in Ucraina.
La conferenza stampa fiume di quattro ore e mezza del capo del Cremlino è stata trasmessa in diretta sui canali televisivi e in streaming sui principali siti d’informazione russi. Il format prevede un discorso introduttivo, seguito da una lunga sessione di domande e risposte con giornalisti e cittadini collegati da tutta la Russia.
«Il presidente Trump sta compiendo sforzi seri per arrivare alla conclusione di questo conflitto. Come ho più volte sottolineato, ritengo che lo stia facendo con sincera convinzione», ha affermato Putin secondo quanto riportato dall’agenzia statale russa Tass, che ha anche riferito: «Durante l’incontro con il presidente Trump a Anchorage, abbiamo coordinato e di fatto raggiunto un’intesa sulle sue proposte. Pertanto, affermare che stiamo respingendo qualcosa è assolutamente scorretto e privo di qualsiasi fondamento». Putin ha poi detto che nei colloqui preliminari russo-americani svoltisi a Mosca sono state avanzate alcune proposte e che a Mosca è stato chiesto di accettare determinati compromessi: «Quando sono arrivato ad Anchorage, ho dichiarato che non si trattava di decisioni facili per noi, ma abbiamo accettato le proposte di compromesso presentate».
Secondo Putin ora «la palla» ora è agli «avversari occidentali», con un riferimento esplicito a Ucraina e Ue. Noi «siamo pronti sia ai negoziati sia a una soluzione pacifica del conflitto» ha ribadito Putin aggiungendo che da parte di Kiev stanno arrivando alcuni segnali di disponibilità al dialogo.
Il capo del Cremlino ha poi dichiarato che la Russia è stata costretta a invadere militarmente l’Ucraina per porre termine a una guerra che, a suo dire, sarebbe stata avviata da Kiev. «Da parte nostra ci siamo a lungo trattenuti dal riconoscere l’indipendenza e la sovranità delle allora autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk – è la tesi di Putin – E dopo essere stati ingannati e dopo la mancata attuazione degli accordi di Minsk, siamo stati costretti a ricorrere alle forze armate per porre fine alla guerra iniziata dal regime di Kiev con l’appoggio dei Paesi occidentali».
Il presidente russo ha poi lasciato intendere che sarebbe disposto a sospendere gli attacchi contro l’Ucraina se Kiev decidesse di indire nuove elezioni, ma con la condizione che anche i cittadini ucraini residenti in Russia potessero partecipare al voto.
Il mandato presidenziale di Volodymyr Zelensky è scaduto lo scorso anno, ma la Costituzione ucraina vieta lo svolgimento di elezioni durante la legge marziale, che Kiev ha proclamato all’indomani dell’invasione russa.
Putin ha poi definito l’ipotesi dell’Unione europea di utilizzare i beni russi congelati per finanziare lo sforzo bellico ucraino «un vero e proprio atto di rapina», sostenendo che tale scelta potrebbe minare la fiducia nell’euro.
Zar Vladimir ha inoltre rivolto dure critiche alla Nato, sostenendo che il mero «spostamento dell’infrastruttura militare dell’Alleanza verso i confini della Russia» abbia suscitato e continui a suscitare per il Cremlino motivo di «legittima preoccupazione», giustificando quindi l’aggressione all’Ucraina.
Questo benché la Nato – al di là di alcune “libere” interpretazioni – non abbia mai assunto atteggiamenti concretamente ostili nei confronti della Russia, e ignorando il fatto che la Nato (che è un’alleanza difensiva) non abbia alcun potere di iniziativa propria di allargamento: la Nato può solo accogliere o respingere libere richieste di adesione che provengano da nazioni sovrane.
Svezia e Finlandia hanno infatti chiesto e ottenuto di entrare nella Nato a seguito del recente espansionismo militare russo. E Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca hanno richiesto di entrare nella Nato trent’anni fa, non appena libere dal giogo dell’appena crollata Unione Sovietica, la dittatura comunista di cui Vladimir Putin (ufficiale del Kgb dal 1975 al 1991) è l’erede naturale.
 
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