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Tajani: in decreto aiuti ai civili ucraini ma ci saranno per forza anche le armi

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Il ministro degli Esteri Antonio tajani, foto: REUTERS/Guglielmo Mangiapane/File Photo.

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Per quanto riguarda la decisione presa a Bruxelles di non utilizzare gli asset russi congelati per gli aiuti all’Ucraina non c’è stata «assolutamente» alcuna pressione da parte del presidente statunitense Donald Trump, «abbiamo sempre espresso molti dubbi sulla base giuridica dell’utilizzo degli asset congelati, la Banca centrale europea ha espresso parere contrario, e non credo che senta la pressione di Trump. Vogliamo solo evitare il rischio di ricevere una condanna da parte della Corte di Giustizia in caso di contestazione: sarebbe uno schiaffone dalla Russia ai difensori dello Stato di diritto». Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a «La Stampa». Per aiutare l’Ucraina «usiamo il bilancio europeo, facciamo debito: è una scelta positiva dal punto di vista giuridico, politico ed europeista», prosegue sottolineando che per quanto riguarda il decreto Ucraina «si parla prevalentemente di aiuti civili, che serviranno alla popolazione per non diventare vittima del ‘generale inverno’ che rischia di fiaccare l’Ucraina più delle armi russe».Il presidente russo, Vladimir Putin, «ha colpito le centrali idroelettriche, dove nasce l’energia anche per la popolazione e su questo vogliamo lavorare – aggiunge Tajani -. Poi si potranno inviare anche armi, ma la prima preoccupazione è questa, perché i russi vogliono fiaccare la resistenza del popolo ucraino, più che quello delle forze armate ucraine, visto che grandi successi non ne hanno avuti». «In questi anni la Russia ha conquistato, compresa la Crimea che già aveva, il 19,3 per cento totale del territorio ucraino, con centinaia di migliaia di morti, quindi non è stato un grande successo militare», conclude spiegando che nel testo ci saranno «per forza» anche le armi.

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