L’adorazione dei Magi di Jan Gossaert ci fa ricordare e riflettere sul perché questo evento, così come il Natale, siano giorni tanto speciali.
Jan Gossaert, Adorazione dei Magi, 1510-1515 ca. Olio su legno, cm 177 x 162. Galleria Nazionale di Londra. PD-USA
L’adorazione dei Magi, nota anche come L’adorazione dei Re, rappresenta l’episodio biblico narrato in Matteo 2, in cui tre Saggi, guidati da una stella, viaggiano dall’Oriente per vedere Gesù Cristo appena nato. Durante il cammino, giunti alla corte del re Erode, chiedono dove si trovi il neonato che secondo la profezia sarebbe diventato re, poiché recano doni e desiderano adorarlo. Erode, informato della notizia e sentendo minacciato il proprio potere, riunisce tutti i sommi sacerdoti e gli scribi per sapere a sua volta dove sia Gesù. Venuto a conoscenza della profezia secondo cui sarebbe nato a Betlemme, Erode incarica i tre Saggi di cercarlo col falso pretesto di volerlo adorare anche lui. Ripreso il viaggio, i Magi vengono nuovamente guidati dalla stella e ne gioiscono mentre li conduce da Gesù. Arrivati, si prostrano per adorare Maria e il Bambino e offrire i doni di oro, incenso e mirra. In seguito si addormentano e nel sonno vengono avvertiti di non tornare da Erode, quindi fanno ritorno alle loro case per un’altra strada. Anche Giuseppe viene avvertito in sogno di prendere il neonato Gesù e fuggire in Egitto per restarvi finché Erode resterà in vita. Erode, non vedendo tornare i tre Saggi si infuria, non sa ancora dove si trovi il re profetizzato e decide di far uccidere tutti i bambini maschi di Betlemme, dando inizio alla Strage degli innocenti che si protrarrà fino alla sua morte. Alla morte di Erode, su consiglio di un angelo inviato da Dio, Giuseppe e la sua famiglia si trasferiscono a Nazareth.
Gesù prende una moneta d’oro. Particolare de’ Adorazione dei Magi. PD-USA
L’Adorazione dei Magi di Gossaert è un dipinto complesso e ricco di simbolismo. La scena è ambientata tra le rovine di un luogo apparentemente un tempo maestoso, Maria e Gesù sono il punto focale in una composizione di tipo piramidale, mentre in lontananza si intravede una grande città in cui pascolano delle pecore. Maria indossa una veste blu, alla sua destra c’è Gaspare, uno dei re Magi, che offre un calice d’oro colmo di monete anch’esse d’oro a Gesù, che lo guarda e prende una moneta. Gaspare si è tolto il cappello in segno di rispetto, lo ha posato in terra accanto al coperchio del calice che alla base reca inciso il suo nome [L]E ROII IASPAR in caratteri dorati decorati.
Il cappello rosso di Gaspare. Particolare de’ Adorazione dei Magi. PD-USA
Il secondo re Magio, Melchiorre, è in piedi dietro a Gaspare insieme ai suoi attendenti, in attesa di presentare il suo dono di incenso, conservato in un elaborato vaso d’oro che tiene in mano. Alla sinistra di Maria e Gesù, e anche lui accompagnato da attendenti c’è Baldassarre, il terzo re Magio che porta in dono un vaso d’oro contenente mirra. Sul suo cappello sono incisi il suo nome e quello dell’artista, GOSSAERT e sulla candida stola con frange sono incise le parole iniziali di una preghiera a Maria: Salve regina misericordiae.
Melchiorre con i suoi attendenti. Particolare de’ Adorazione dei Magi. PD-USA
Giuseppe, che indossa una tunica rossa, osserva dallo sfondo i nove angeli che fluttuano sopra di lui, e che probabilmente rappresentano i nove ordini degli angeli che hanno le mani giunte in preghiera, mentre uno di loro sostiene un cartiglio con la scritta Gloria in excelsis deo.
Un angelo tiene un cartiglio.
In lontananza, nella parte alta, si vedono una stella luminosa che potrebbe rappresentare Dio o la stella che guidò i Magi verso Gesù e una colomba che rappresenta lo Spirito Santo.
Baldassarre con la corona e, sullo sfondo, san Giuseppe. Particolare de’ Adorazione dei Magi. PD-USA
Stola di Baldassarre. Particolare de’ Adorazione dei Magi. PD-USA
I personaggi e gli eventi evocati sono magistralmente racchiusi in un’unica scenografia in cui Gossaert narra una storia in divenire: Maria e Gesù seduti in mezzo alle rovine di una grande città sullo sfondo, forse a rappresentare la legge morale dell’Antico Testamento, la legge che Gesù, col cuore, la mente e le azioni è chiamato ad adempiere. E le pecore al pascolo sullo sfondo della bella città forse simboleggiano il paradiso o, ancora, sono i pastori che stanno lasciando la città per andare ad assistere anche loro al sacro evento.
Città e gregge sullo sfondo, da Adorazione dei Magi. PD-USA
I doni portati dai re Magi per celebrare la nascita di Gesù sono l’oro come tributo, l’incenso che simboleggia il sacrificio e la mirra usata per la sepoltura dei morti. Doni che vogliono rappresentano Gesù come re, Dio e uomo. Lo sguardo di Giuseppe verso il cielo sembra indicare che stia ricevendo dagli angeli il messaggio di portare via Gesù da quel luogo per allontanarlo dalle minacce di Erode.
Ma l’elemento più significativo è come sia il cielo che la Terra siano venuti a testimoniare il sacro evento: genti da tutto il mondo arrivano per vedere il divino manifestarsi sulla Terra e per rendere il dovuto rispetto. L’intero cielo è presente per testimoniare: i nove angeli – che, se rappresentano i nove ordini degli angeli, comprendono tutto l’aiuto di Dio in cielo – la colomba come Spirito Santo e la stella, che potrebbe rappresentare Dio. Tutto si è fermato per testimoniare la sacralità di questo evento.
Questo periodo festivo, per quanto difficile sia stato l’anno, può ancora offrirci conforto umano: per alcuni, lo scambio di doni, la condivisione di cibo e tradizioni e il ritrovo con i propri cari o almeno il contatto con loro, ma forse ci offre anche la possibilità di apprezzare il divino qui sulla Terra. Forse si può ritrovare il significato più profondo del Natale e dell’Epifania, al di là della ricerca o dell’acquisto di cose che non si possono portare con sé dopo la morte. Semplicemente, fermandosi e prendendo un momento nei nostri cuori e nelle menti, possiamo rendere omaggio al sacro e ricordare che il divino si manifesta in mezzo a noi sulla Terra, a volte quando e dove meno ce lo aspettiamo. Con questa consapevolezza, forse le nostre menti si calmeranno, le nostre aspettative verso gli altri diminuiranno e i nostri cuori saranno pieni di gentilezza e gioia.