Il Paradiso Perduto di Milton, Abdiele, Lucifero e la libertà

di Redazione ETI/Eric Bess
14 Novembre 2025 10:09 Aggiornato: 14 Novembre 2025 10:09

Che cos’è la libertà? È la capacità di fare quello che vogliamo quando vogliamo? Oppure è qualcosa collegata direttamente alla nostra capacità di controllarci? La libertà si realizza quando possiamo garantire risultati uguali per tutti? Oppure ha più a che fare con il riconoscimento della supremazia della giustizia divina?
Riflettiamo sul concetto di libertà leggendo alcune pagine del Paradiso Perduto di John Milton.

UGUAGLIANZA E LIBERTÀ

Mentre parla con l’arcangelo Raffaele, Adamo chiede notizie della guerra avvenuta in cielo e Raffaele coglie l’occasione per mettere in guardia Adamo sulle potenziali conseguenze del suo libero arbitrio. Inizia quindi raccontando del momento in cui Dio informa gli angeli che Suo figlio, Gesù, sarà il loro Signore. Gli angeli erano entusiasti della meravigliosa notizia, hanno festeggiato, cantato e danzato, e Dio si è compiaciuto della loro gioia. Per contro, alcuni angeli non erano contenti e uno in particolare, Lucifero, non gradiva di dover inchinarsi davanti a un altro essere che considerava suo pari. Quindi raduna un gruppo di seguaci, li conduce in segreto nel luogo più settentrionale del Paradiso e dà inizio a un’aperta ribellione contro Dio. Su una collina circondata da torri dorate e piramidi di diamanti, siede su un trono e si lamenta ingratamente del fatto che lui e i suoi seguaci, nonostante fossero tra gli esseri più potenti del Paradiso, ora devono inchinarsi due volte: una volta a Dio e un’altra a Gesù.

Questo solo per decidere come possiamo meglio
Con ciò che può essere ideato di nuovi onori
Accogliere colui che viene a ricevere da noi
un tributo in ginocchio non ancora pagato, vile prostrazione,
troppo per uno, ma doppiamente sopportato,
per uno e per la sua immagine ora proclamata?
(Libro V)

L’orgoglio rende Lucifero riluttante a sottomettersi a chiunque, persino a Dio, e qui Milton mostra come le sue intenzioni siano più complesse, nell’opporsi a Dio promuove un particolare tipo di uguaglianza e libertà:

Sottometterete il vostro collo e sceglierete di piegare
Il ginocchio flessibile? Non lo farete,
Se ho ragione n
el conoscervi, o se conoscete
Voi stessi n
ativi e figli del Cielo posseduti prima
Da nessuno e, se non tutti uguali, essendo pur liberi,
Ugualmente liberi…
Chi può allora ragionevolmente o giustamente
Assumere l
a monarchia su coloro che vivono di diritto
Come suoi pari, sebbene inferiori in potere e splendore,
Ma uguali in libertà?
(Libro V)

Lucifero vuole intendere forse che pur non essendo tutti uguali sotto ogni aspetto, ognuno è tuttavia ugualmente libero, e chiunque cerchi di violare questa uguaglianza è un tiranno e deve essere contrastato.

È a questo punto che un angelo tra tutti i presenti, Abdiele, contesta le osservazioni blasfeme di Lucifero ricordando agli altri angeli che la loro subordinazione a Dio non compromette la loro libertà:

Tutte le cose, anche te, e tutti gli Spiriti del Cielo
Da Lui creati nei loro luminosi gradi,
Li ha coronati di gloria e alla loro gloria ha dato nome …
Né oscurati dal suo regno,
Ma resi più illustri …
Le sue leggi sono le nostre leggi, tutto l’onore a Lui reso
Ci ritorna indietro.
(Libro V)

Abdiele afferma che tutti gli angeli presenti, compreso Lucifero, sono stati creati da Dio con tutta la loro gloria, e che il potere supremo di Dio non ha mai oscurato la loro gloria, poiché essa è espressione di Dio stesso. Opprimerli significherebbe, in sostanza, opprimere se stesso. In altre parole, tutte queste cose sono espressioni del potere di Dio, e più Dio è potente, più esse sono potenti. Il potere, l’uguaglianza e la libertà che Lucifero desidera sono già possedute grazie alla vicinanza a Dio. Potrebbe ottenere l’elevazione che cerca non sfidando Dio, ma lodandolo.
Naturalmente, Lucifero non è d’accordo e risponde:

Non conosciamo alcun tempo in cui non fossimo come ora;
Non conosciamo nessuno prima di noi;
Generati da noi stessi, c
resciuti da noi stessi
Dal nostro potere vivificante…
(Libro V)

Lucifero sostiene che nessuno di loro ricorda che Dio li abbia creati, al contrario, essendo i primi ad apparire come generati dal proprio potere, la loro gloria sembra provenire da qualcosa di innato in loro stessi. Pertanto, non hanno bisogno di rendere omaggio a nulla o a nessuno al di fuori di loro stessi. Vedendo a questo punto che nessuno degli altri angeli si schiera con Abdiele, Lucifero acquista sicurezza e dice con arroganza ad Abdiele di tornare dal suo nuovo re, per continuare a essere schiavo. Gli angeli al seguito di Lucifero esplodono in un applauso e guardano con disapprovazione Abdiele mentre ritorna verso Dio.
Dio però conosce già tutti i piani di Lucifero e ha visto lo svolgersi dello scontro, quindi tutti i Suoi angeli si preparano alla battaglia; hanno visto come Abdiele si è opposto a Lucifero e quando torna lo acclamano. E Dio gli dice:

Hai combattuto bene
La battaglia migliore, tu da solo hai difeso
Contro moltitudini ribelli la causa
Della verità, con parole più potenti delle loro armi;
E come testimonianza della verità hai sopportato
Il biasimo universale, molto più difficile da sopportare
Della violenza: perché la tua unica preoccupazione era
Essere approvato agli occhi di Dio, anche se il mondo
Ti giudicava perverso …
(Libro VI)

Dio dice ad Abdiele che questa prova è stata difficile: è molto difficile perseguire la verità curandosi solo dell’approvazione di Dio. Gli angeli, un tempo suoi amici, lo hanno guardato con disprezzo mentre tornava, solo, da Dio. Il Signore dice che una tale ostilità può essere ancora più difficile da sopportare della violenza, ma Abdiele ha superato questa prova, e la prossima sarà molto più facile perché avrà con sé l’intero esercito di Dio.

IL PRIMO COLPO

L’esercito di Dio, guidato dagli arcangeli Michele e Gabriele cerca Lucifero e il suo esercito per sventare la ribellione, lo trovano mentre pianifica un attacco a sorpresa, seduto su un carro in mezzo ad angeli dorati con scudi dorati. I due eserciti si schierano l’uno contro l’altro in attesa di ordini. Abdiele è disgustato nel vedere Lucifero presentarsi in modo tanto grandioso nonostante la sua malvagità. Lucifero scende dal carro e cammina fino alla prima fila, incontro ad Abdiele. I due scambiano parole accese e Lucifero dice:

All’inizio pensavo che la libertà e il Paradiso
Fossero la stessa cosa per le anime celesti; ma ora
Vedo che la maggior parte, per pigrizia, preferisce servire,
Spiriti ministri, addestrati alla festa e al canto;
Proprio tu hai armato, i menestrelli del Paradiso,
La servilità con la libertà di contendere.
(Libro VI)

Lucifero insulta tutti gli angeli di Dio, dice che confondono la possibilità di cantare e danzare in lode a Dio con la libertà, ma che si tratta solo di uno spettacolo da giullare, un’esibizione di menestrelli da non confondere con la vera libertà.

Abdiele risponde che servire Dio non equivale a essere privi di libertà, piuttosto la vera schiavitù deriva dal prendere decisioni poco sagge e dal seguire chi si ribella a Dio, affascinati da se stessi, ed equipara la schiavitù al narcisismo:

Questa è servitù,
Servire l’imprudente, o colui che si è ribellato
Contro il suo superiore, come i tuoi ora servono te,
Tu stesso non libero, ma affascinato da te stesso.
(Libro VI)

In quel momento, Abdiele sferra il primo colpo che si abbatte sullo scudo di Lucifero spingendolo indietro di dieci passi, Michele suona la tromba e la battaglia vera e propria ha inizio.

Nell’incisione Ricevi questo saluto sulla tua empia cresta, Gustave Doré rappresenta il momento in cui Abdiele alza la spada per attaccare Lucifero, mentre Lucifero sembra sul punto di estrarre la lancia. Gli angeli di Dio circondano Abdiele, li si intravede in trasparenza sullo sfondo. Gli angeli di Lucifero, invece, sono leggermente più scuri e due di loro, nell’angolo in basso a destra, stanno al riparo o voltano le spalle all’assalto imminente. La loro mancanza di coraggio è forse un’espressione di libertà?

Gustave Doré, Ricevi questo saluto sulla tua empia cresta, incisione per Paradiso Perduto di John Milton, 1868. Pubblico dominio.

LA LIBERTÀ

Milton sembra alludere alla differenza tra libero arbitrio e vera libertà. Nel suo racconto, Raffaele aveva iniziato avvertendo Adamo sulle potenziali conseguenze del libero arbitrio: raccogliamo ciò che seminiamo, ma seminiamo ciò che vogliamo.
Qui sembra mostrarci che la libertà è legata a quello che raccogliamo: è una conseguenza di come impieghiamo il libero arbitrio e la libertà è la ricompensa per aver seminato rettamente. Abdiele usa il libero arbitrio per sfidare Lucifero e lodare Dio, e riceve in cambio da Dio il riconoscimento che Lucifero desiderava disperatamente.
Di contro, Lucifero si serve del libero arbitrio per rivendicare e lottare per l’uguaglianza assoluta con Dio, indipendentemente dal proprio posto nella gerarchia divina. Il suo rango divino è inferiore a quello di Dio e di Gesù, ma ritiene di dover essere trattato come loro: vuole che il potere e le lodi siano distribuiti equamente.
Detto in altro modo, si potrebbe paragonare il libero arbitrio al concetto di pari opportunità, ma Lucifero pretende un’uguaglianza nei risultati derivanti dalle scelte del libero arbitrio e vuole distruggere tutto quello che gli è di ostacolo.

Accecato da questa autoesaltazione, Lucifero non riesce a vedere che in realtà è schiavo del proprio orgoglio, un orgoglio che lo segue ovunque come un inferno dal quale non può fuggire.