Il Figliol prodigo parabola di amore e perdono

di Redazione ETI/Eric Bess
30 Maggio 2025 16:27 Aggiornato: 30 Maggio 2025 16:27

Non molto tempo fa mi sono imbattuto nel dipinto Il ritorno del figliol prodigo di Pompeo Batoni e sono stato immediatamente colpito dall’attenzione e dal calore che le due figure si scambiano e che trasmettono a chi le osserva. Che cosa può dirci oggi questo quadro e la storia che rappresenta?

Pompeo Batoni, Autoritratto, 1773-1787. Pubblico dominio

POMPEO BATONI E IL GRAND TOUR

Pompeo Batoni (1708-1787), fu definito «l’ultimo vecchio maestro» italiano e durante il XVIII secolo è stato il pittore più famoso d’Europa, dominando con le sue opere nella ritrattistica italiana. Era noto anche per i dipinti religiosi e allegorici.

Nel XVIII secolo era molto popolare il Grand Tour, un rito di passaggio per i giovani aristocratici, che viaggiavano in tutta Europa per acquisire un legame più profondo con le loro tradizioni e il loro patrimonio culturale. La durata non era prestabilita, ma di solito la destinazione principale era l’Italia.

Molti ricchi mecenati del Grand Tour commissionavano ritratti a Batoni. L’artista lusingava i suoi committenti ritraendoli in grandi scenografie storiche e in abiti storici. In un certo senso, questi ritratti diventavano espressioni tangibili del legame del committente con la tradizione.

Oltre ai ritratti, erano molto apprezzati anche i dipinti a tema allegorico e religioso, le sue opere sono una testimonianza della cultura occidentale. Nel Ritorno del figliol prodigo ripropone una parabola biblica ispirandola ai principi della tradizione occidentale caratterizzati dal Grand Tour.

Pompeo Batoni, Ritratto di giovane uomo, 1760-65 ca. Metropolitan Museum of Art, New York. Pubblico dominio

IL FIGLIOL PRODIGO

Nella parabola del figliol prodigo, Luca 15, 11-31, Gesù narra di un uomo che aveva due figli. Il figlio minore chiese la parte dei beni che gli spettava e il padre li spartì tra i due. Dopo aver raccolto ogni cosa, il figlio più giovane partì per un Paese lontano e sperperò le sue sostanze, vivendo dissolutamente. In quella terra lontana arrivò una terribile carestia, il giovane si trovò quindi nel bisogno e non possedendo più niente finì per pascolare i maiali. La fame era tanta che avrebbe mangiato persino le carrube dei maiali. Rientrato in sé, decise di tornare dal padre.

Vedendolo arrivare da lontano il padre gli corse incontro e lo abbracciò. Il giovane disse: «Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». Ma il padre disse ai servi: «Portategli la veste più bella, mettetegli un anello al dito e dei calzari, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato, facciamo festa».

Il figlio maggiore, tuttavia, si adirò, rifiutandosi di partecipare alla festa: nonostante la sua obbedienza, credeva che il padre ora stesse favorendo il fratello dissoluto. Il padre, ricordandogli che ogni cosa apparteneva anche a lui, gli chiese di riconoscere e apprezzare tutto quello che gli procurava e di cui godeva nella casa paterna e lo invitò a festeggiare il ritorno del fratello ritrovato.

BATONI E IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO

Pompeo Batoni, Il ritorno del figliol prodigo, 1773. Museo di Storia dell’Arte, Vienna. Pubblico dominio

Batoni rappresenta il momento in cui il figlio minore torna dal padre. Molto probabilmente è il momento in cui il giovane cade in ginocchio e dice: «Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». Il padre lo prende per un braccio per aiutarlo ad alzarsi, cercando di coprire la sua schiena nuda con la propria veste.

Batoni, pur avendo inserito nel dipinto le sole figure del padre e del figlio giovane, utilizzando diversi metodi di composizione ha fatto in modo che il punto focale fosse la figura paterna.

La prima cosa che si nota in questa scena è che il padre ha una posizione più elevata, a stabilire in questo modo l’importanza dell’ordine gerarchico tra il genitore e il giovane figlio, il quale si inginocchia ponendosi a un piano più basso in presenza del padre.

Inoltre, la figura del padre è molto più ricca di particolari rispetto a quella del ragazzo: il suo abbigliamento è caratterizzato da diverse consistenze di tessuto, indossa un manto di pelliccia, una veste vellutata, oro e gioielli. Il figlio mostra invece la schiena nuda ed è coperto da un umile indumento da contadino: questo contrasto contribuisce a rendere il padre la figura prevalente della composizione.

Inoltre, anche l’intensità dei colori è stata usata per far risaltare la figura dell’anziano genitore. Il suoi abiti sono molto più colorati di quello che indossa il figlio: il rosso e il verde sono colori complementari, ed è noto come contrastino naturalmente tra loro riuscendo a trattenere lo sguardo più a lungo rispetto a un’area di minore evidenza, come i semplici toni del marrone impiegati per il figlio.

Ma anche la carnagione del padre è più colorita, il suo viso e le mani rosee risaltano a confronto dei toni giallastri del giovane ai suoi piedi.

VALORI TRADIZIONALI: AMORE E PERDONO

Credo che Batoni abbia saggiamente individuato il punto principale, infatti l’anziano uomo rappresenta molto di più di un semplice padre: grazie alle sue azioni, impersona i valori spirituali tradizionali dell’amore e del perdono, valori che possono essere considerati punti centrali della nostra vita.

Nel figlio minore vedo la rappresentazione della curiosità giovanile, il desiderio di sperimentare la vita mondana e di viaggiare in terre lontane. Mentre nel figlio maggiore è presente in modo marcato il senso del “diritto” poiché crede di non ricevere abbastanza dal padre.

I due figli si avvicinano in modi diversi ai valori dell’amore e del perdono che il padre rappresenta. Il giovane, desideroso dei piaceri della vita, si allontana dai valori tradizionali e soffre immensamente, e solo quando ritorna a casa riceve in dono un anello, una veste nuova e calzari, e viene festeggiato perché è «tornato in vita»: è quindi attraverso i valori tradizionali paterni che il giovane è veramente vivo e prospera.

Anche il figlio maggiore è tentato dai piaceri della vita e vorrebbe di più dal padre: in altre parole, sente che l’amore e le cure che ha ricevuto non sono stati sufficienti e il suo desiderio di avere di più è l’inizio del percorso sulla via distruttiva dell’invidia.

Quello di cui il figlio maggiore non si rende conto è quanto il padre gli abbia già dato: non ha mai disobbedito al padre e non si è mai allontanato da casa, quindi è sempre stato ricco, ma non ha mai riconosciuto i valori dell’amore e del perdono, il fondamento spirituale della vita, non è mai stato un vero uomo.

È il padre che deve ricordare al figlio maggiore che non ha mai sofferto per mancanza di comodità o di piaceri. Il padre non solo perdona il figlio tornato a casa, ma incoraggia anche il fratello maggiore ad amarlo e perdonarlo: il padre è la fonte dell’amore e del perdono e questo fa di lui il punto focale della narrazione.

PORTARE AVANTI LA TRADIZIONE

I principi tradizionali diventano tradizione perché dimostrano costantemente di essere di beneficio per chi li pratica. Il Grand Tour ha contribuito a trasmettere i valori tradizionali, avvicinando i giovani alle espressioni esteriori della cultura occidentale: bellezze architettoniche, opere d’arte, le cose migliori e più preziose che ogni Paese visitato potesse offrire.

Non dimentichiamo la ricchezza più grande che la cultura occidentale offriva: quella interiore, dei principi tradizionali dell’amore e del perdono. Forse, riscoprendo questi principi e ritornando a essi, come ha saputo mostrarci Batoni, riusciremo a essere di esempio e a “riportarli in vita”: un Grand Tour per ritrovare il significato dell’essere amorevoli e del perdono. Nel corso della Storia, quando sono stati accettati e praticati, questi principi hanno reso possibili le cose migliori che l’umanità abbia mai realizzato.

Ora, riguardare il dipinto di Batoni, mi fa ricordare che dovrei perdonare e prendermi cura di quelle persone che cercano in qualche modo di trovare la via da seguire nella propria vita. Mi ricorda che non devo allontanarmi da questi valori, inseguendo i piaceri della vita, né rifiutarmi di festeggiare insieme a chi sembra avere più di me, né condannare chi agisce per invidia o per presunti “diritti”. Assimilandomi all’amore e incoraggiando il sentimento del perdono, forse anch’io potrei manifestare concretamente il mio legame con la tradizione.

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