Mosca minaccia gli Stati Uniti e Trump risponde mobilitando i sommergibili nucleari

di Artemio Romano
1 Agosto 2025 21:31 Aggiornato: 2 Agosto 2025 7:02

Donald Trump ha annunciato venerdì di aver ordinato lo spostamento di sottomarini nucleari statunitensi, in reazione alle dichiarazioni rilasciate dall’ex presidente russo Dmitrij Medvedev.

In un messaggio pubblicato su Truth, il presidente degli Stati Uniti ha detto di aver ordinato il posizionamento di due sottomarini nucleari in «aree appropriate». La decisione è stata presa a Washington in risposta a «dichiarazioni altamente provocatorie» pronunciate da Medvedev, che attualmente ricopre l’incarico di vicepresidente del Consiglio di sicurezza russa. Medvedev, commentando dazi e sanzioni, nei giorni scorsi aveva infatti dichiarato su X: «Trump sta giocando alla partita degli ultimatum con la Russia: 50 giorni o 10 […] Dovrebbe ricordare due cose: 1. La Russia non è Israele e nemmeno l’Iran. 2. Ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Non tra Russia e Ucraina, ma con il suo stesso Paese».

Provocazioni molto pesanti e molto preoccupanti, anche perché si inseriscono in un contesto di una nuova “arroganza” che il Cremlino sta ostentando nei confronti degli Stati Uniti e dell’Europa. In precedenza, infatti, l’ex presidente russo aveva definito gli avvisi dall’Occidente «teatrali» e aveva affermato che la Russia «non se ne curava».

La decisione del presidente degli Stati Uniti di spostare i sottomarini nucleari è arrivata, fra l’altro, proprio mentre Vladimir Putin dichiarava venerdì che Mosca auspica ulteriori colloqui di pace con l’Ucraina, ma che l’andamento della guerra è favorevole alla Russia (è quindi facile immaginare che tipo di “negoziati” possa aver in mente Putin). «Quanto a eventuali delusioni da parte di chiunque, tutte le delusioni derivano da aspettative esagerate. È una regola generale ben nota» ha inoltre commentato in modo sarcastico Putin, evidentemente riferendosi alla “delusione” espressa da Donald Trump per la sua condotta, per poi continuare con lo stesso tono: «per affrontare la questione in modo pacifico, è necessario condurre conversazioni dettagliate. E non in pubblico, ma con calma, nel silenzio del processo negoziale».

Il tono particolarmente sprezzante e borioso (per non dire provocatorio) delle ultime dichiarazioni da Mosca è senz’altro un cambio di stile comunicativo che non può non far riflettere.


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