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Martedì 30 il voto finale

La legge di Bilancio 2026 approda alla Camera

A partire da oggi i deputati di Montecitorio dovranno esprimersi sulla manovra da 22 miliardi di euro. L'approvazione è prevista il 30 dicembre, limite massimo per evitare l'esercizio provvisorio. Scarse le previsioni di crescita per il 2026

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Un momento alla Camera durante la convocazione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di giudici della Corte Costituzionale, Roma, 14 Gennaio 2025. ANSA/GIUSEPPE LAMI

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La legge di Bilancio 2026 è al giro di boa. Inizia oggi l’esame in Commissione Bilancio alla Camera, mentre domani il testo arriverà in Aula domani per la richiesta di fiducia. Il voto finale si terrà, invece, martedì 30 dicembre (allo scadere dell’iter parlamentare del ddl Bilancio, oltre il quale si andrebbe all’esercizio provvisorio).
Incassato il via libera del Senato alla manovra con 110 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti, lo scorso 23 dicembre, è ora il turno dei deputati su un testo che però risulta blindato. Dopo settimane di tensioni anche all’interno della maggioranza, maxi emendamenti e dietrofront, si è arrivati a una Finanziaria da 22 miliardi definita dallo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, «prudente», ma non per questo «stagnante».
In ogni caso, non ci sarà una spinta alla crescita economica, che nelle stime del governo rimarrà a +0,7% nel 2026, grazie soprattutto all’ultimo anno di risorse del Pnrr.
L’esecutivo punta però a far scendere il deficit appena sotto il 3% già nel 2025, prevedendo di arrivare al 2,8% del Pil nel 2026, secondo le proiezioni ufficiali.
Tra le misure della manovra, la più corposa è quella che comporterà la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33%, per redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro: vale 2,9 miliardi nel 2026, circa 3 miliardi dal 2027. C’è poi la rottamazione delle cartelle esattoriali con 54 rate bimestrali per debiti dall’1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, per un valore di 1 miliardo e mezzo di euro. Dedicati 420 milioni allo sconto fiscale del 5% sugli aumenti dei rinnovi contrattuali per i redditi sotto ai 28 mila euro.
Per le imprese il governo ha stanziato 3 miliardi e mezzo di euro, tra Transizione 4.0 e crediti d’imposta per la Zona economica speciale (Zes) unica.
La Sanità viene rifinanziata con 2 miliardi, ma ci sono diverse misure dedicate anche alla Famiglia: 630 mila euro vanno ad integrare il reddito delle donne lavoratrici con due o più figli, 225mila per favorire un loro esonero contributivo. È finanziato con 466 milioni, poi, l’adeguamento del calcolo dell’Isee, che esclude la prima casa ora fino a 200mila euro nelle grandi città.

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