Giorgia Meloni: dobbiamo continuare a dare risposte a questa nazione straordinaria
Giorgetti: con la manovra siamo intervenuti su questioni impossibili
Il ministro dell'Economia rivendica l'impegno del governo per il ddl Bilancio: «È la conferma della traiettoria positiva per il Paese e per gli italiani». E sulle tensioni con Salvini sdrammatizza: «Magari gli porto un po’ di carbone sotto l’albero però siamo nella transizione green e quindi non si usa più»

Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti (D), con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini
Photo: S, durante il voto di fiducia in Senato sulla legge di bilancio 2026, Roma, 23 dicembre 2025. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
«Siamo intervenuti su questioni che sembravano quasi impossibili». A margine dell’approvazione della Legge di Bilancio 2026 in Senato, il 23 dicembre, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rivendica con queste parole gli sforzi del governo per arrivare al testo finale.
Il ministro cita provvedimenti come la detassazione al 5% degli aumenti contrattuali e lo sconto fiscale sui premi di produttività. Ma il riferimento è anche agli aiuti alle imprese – aggiunti proprio a ridosso della chiusura dei lavori della commissione Bilancio – che secondo Giorgetti sono allineati alle richieste di Confindustria. Un pacchetto di risorse che, se da una parte ha fatto salire l’importo della manovra da 18,7 a 22 miliardi di euro, dall’altra ha provocato tensioni dentro la Lega per via della stretta sulle pensioni, poi stralciata in extremis.
Ieri in Aula Matteo Salvini e il ministro leghista hanno conversato a lungo, e all’uscita di Palazzo Madama è stato lo stesso Giorgetti a sdrammatizzare con i cronisti: «Salvini? Magari gli porto un po’ di carbone sotto l’albero, però siamo nella transizione green e quindi non si usa più».
Ieri in Aula Matteo Salvini e il ministro leghista hanno conversato a lungo, e all’uscita di Palazzo Madama è stato lo stesso Giorgetti a sdrammatizzare con i cronisti: «Salvini? Magari gli porto un po’ di carbone sotto l’albero, però siamo nella transizione green e quindi non si usa più».
«Tutto è bene quel che finisce bene», dice Giorgetti, ribadendo che la «buona legge di bilancio conferma una traiettoria positiva per il Paese e per gli italiani». Sullo sfondo, tuttavia, restano le cinque misure bloccate dal Quirinale che ha bocciato alcune misure proposte dall’esecutivo, perché ritenute estranee al dl Bilancio. Il caso più discusso degli ultimi giorni riguarda la tutela agli imprenditori condannati per avere sottopagato i lavoratori (ai quali, secondo la proposta, non avrebbero più dovuto versare gli arretrati). La misura era stata presentata in Commissione dal senatore di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti, e un primo tentativo era arrivato nel decreto Ilva dal collega Pogliese).
Altri due emendamenti, presentati dalla Lega, prevedevano meno paletti per funzionari che intendessero passare da un incarico pubblico a uno privato e viceversa.
C’erano poi due proposte di Claudio Lotito, il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio: una sui magistrati fuori ruolo, volta a ridurre da dieci a quattro anni l’anzianità di servizio per poter essere autorizzati al collocamento fuori ruolo, e quindi fare altro; Lotito voleva anche rivedere la disciplina per il personale della Covip, l’Autorità che vigila sui fondi pensione.
Altri due emendamenti, presentati dalla Lega, prevedevano meno paletti per funzionari che intendessero passare da un incarico pubblico a uno privato e viceversa.
C’erano poi due proposte di Claudio Lotito, il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio: una sui magistrati fuori ruolo, volta a ridurre da dieci a quattro anni l’anzianità di servizio per poter essere autorizzati al collocamento fuori ruolo, e quindi fare altro; Lotito voleva anche rivedere la disciplina per il personale della Covip, l’Autorità che vigila sui fondi pensione.
GIORGIA MELONI AI PARLAMENTARI FDI: DOBBIAMO CONTINUARE A DARE RISPOSTE ALLA NAZIONE
«È stato un anno duro. Ma la buona notizia è … che il prossimo sarà molto peggio». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intanto ironizza e si concede un brindisi di fine anno con i dipendenti di Palazzo Chigi e i parlamentari di Fratelli d’Italia, che definisce «la sua famiglia». Tra sorrisi e selfie, la premier invita tutti a riposarsi «adeguatamente durante queste feste perché dobbiamo continuare a dare risposte a questa nazione straordinaria».
La breve pausa natalizia, infatti, è solo un preludio a due appuntamenti cruciali che chiuderanno il 2025. Il 28 dicembre inizierà alla Camera l’esame della Legge di Bilancio, che dovrà essere approvata entro il 30 dicembre per scongiurare l’esercizio provvisorio. E poi c’è il decreto per l’invio di armi all’Ucraina da votare entro la fine dell’anno, sul quale il governo – nonostante tutti i “no” della Lega nelle ultime settimane – sembra ormai aver trovato una quadra.
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