Fazzolari sul conflitto in Ucraina: Mosca da superpotenza a poco più di un Paese del Terzo mondo

Giovanbattista Fazzolari ospite della trasmissione Rai Cinque minuti condotta da Bruno Vespa presso gli studi di via Teulada a Roma, 21 dicembre 2023. ANSA/CLAUDIO PERI
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Mosca «ha subìto una sconfitta storica in Ucraina e non si riprenderà più perché da che nel 2022 era una superpotenza, ormai è ridotta a poco più di un Paese del Terzo mondo». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, in un’intervista al quotidiano “Il Corriere della Sera“. «Se tutti – ha aggiunto – fossimo più attenti a raccontare che cosa sta succedendo al fronte, com’e è veramente la situazione e come il sostegno occidentale è stato incredibilmente coeso faremmo una ottima cosa e metteremo un po’ più di pressione alla Russia invece di occuparci di raccontare che in Italia ci sono frotte di filorussi al governo». Lunedì in Consiglio dei ministri «ci sarà un decreto, sul quale abbiamo già un accordo politico chiuso, che continua a sostenere l’Ucraina come abbiamo sempre fatto nella difesa antiaerea e delle infrastrutture energetiche. Nel decreto non c’è nulla di innovativo: l’Italia aiuterà l’Ucraina in tutte le forme — anche militari — soprattutto a protezione della popolazione civile. Durerà almeno un anno». «La verità è che l’Europa non ha mai avuto un piano di pace, al massimo ha portato dei correttivi a quello americano davanti al quale non ci sono alternative e l’Europa è stata scavalcata. Chi ha a cuore l’Ucraina – ha rilevato infine il sottosegretario – dovrebbe raccontare i miracoli fatti finora dall’Italia. Il sostegno a Kiev con un prestito da 90 miliardi garantito dall’Europa è stato il miracolo politico di Meloni, riconosciuto in tutta Europa e che ha di fatto segnato la storia della Ue per i prossimi anni. In generale – ha concluso Fazzolari – la premier è riuscita in un’impresa che sembrava impossibile. Aver garantito un sostegno reale e immediato all’Ucraina senza usare gli asset russi, che sarebbero stati disponibili non prima del prossimo settembre, con garanzie italiane sottoposte anche a un voto del Parlamento».
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