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La decisione passa per il Parlamento

Trump può davvero "prendersi” la Groenlandia?

Il presidente degli Stati Uniti ha nominato il governatore della Louisiana, Jeff Landry, come inviato speciale per la Groenlandia, una decisione che ha suscitato dure critiche da parte dei governi di Groenlandia e Danimarca. Trump ha motivato la scelta affermando che gli Stati Uniti «hanno bisogno della Groenlandia» perché lungo le coste dell’isola più grande del mondo «transitano diverse navi russe e cinesi»

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Nuuk, la capitale della Groenlandia. Foto scattata il 4 maggio 2025.

Photo: John Fredricks/The Epoch Times.

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Tempo di lettura: 3 Min.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato il governatore della Louisiana, Jeff Landry, come inviato speciale per la Groenlandia, una decisione che ha suscitato dure critiche da parte dei governi di Groenlandia e Danimarca. Trump ha motivato la scelta affermando che gli Stati Uniti «hanno bisogno della Groenlandia» perché lungo le coste dell’isola più grande del mondo «transitano diverse navi russe e cinesi».
Landry, governatore della Louisiana di origini cajun e nativo di St. Martinville, vanta una carriera militare con oltre dieci anni di servizio nella Guardia nazionale e nella polizia. Laureato in giurisprudenza presso la Loyola University di New Orleans nel 2004, è stato eletto deputato al Parlamento degli Stati Uniti nel 2011. Successivamente ha ricoperto il ruolo di procuratore generale della Louisiana dal 2015 al 2023, per poi diventare governatore nel 2023. Durante il suo mandato da procuratore generale, Landry ha avuto un ruolo centrale nel caso “Missouri v. Biden”, che contestava le misure adottate dall’amministrazione Biden sui social media, ritenute una forma di censura nei confronti delle opinioni dei conservatori.
L’annuncio della nomina ha provocato forti reazioni da parte del primo ministro groenlandese, Jens-Frederik Nielsen, e della premier danese, Mette Frederiksen. «La Groenlandia appartiene ai groenlandesi e gli Stati Uniti non la prenderanno. Ci aspettiamo rispetto per la nostra integrità territoriale», hanno dichiarato. Pur avendo sostenuto l’Ucraina con aiuti militari, Nielsen e Frederiksen hanno respinto con fermezza gli appelli dell’amministrazione Trump, ribadendo che «non si può annettere un altro Paese, nemmeno se si tratta di sicurezza internazionale».
Secondo il quotidiano groenlandese Sermitsiaq, Pele Broberg, capo del partito di opposizione Naleraq, ha rinnovato il suo sostegno all’indipendenza della Groenlandia dopo l’annuncio di Trump. Broberg ha sottolineato come l’evento metta in evidenza il valore geostrategico dell’isola e ha chiesto l’avvio di colloqui diretti tra Groenlandia e Stati Uniti, ma senza la mediazione della Danimarca.
Ma come funzionerebbe una eventuale annessione dell’isola? La Costituzione degli Stati Uniti attribuisce in effetti al Parlamento il potere unico di autorizzare l’acquisizione di nuovi territori, rendendo quindi obbligatoria una sua valutazione nel caso di un’eventuale annessione della Groenlandia. Ma è più probabile che il Parlamento approvi il cosiddetto Patto di libera associazione: un accordo che lascerebbe l’isola politicamente indipendente, ma la legherebbe strettamente agli Stati Uniti in ambiti fondamentali come difesa, economia e migrazione. Washington ha infatti già stipulato accordi di questo tipo in passato con la Micronesia, Palau e le Isole Marshall.

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