Video: Reuters
La spesa degli italiani per il gioco d’azzardo è aumentata vertiginosamente negli ultimi vent’anni, con incrementi annui superiori al 15 per cento dopo la pandemia di Covid, fino a raggiungere i 157,4 miliardi di euro nel 2024.
Questo boom ha reso il nostro Paese il più grande mercato del gioco d’azzardo in Europa, superando Regno Unito, Germania e Francia, con ricavi lordi di gioco — la differenza tra le somme giocate e quelle vinte — pari a 21,5 miliardi di euro nel 2024.
Circa 20,5 milioni di italiani, pari al 43 per cento della popolazione adulta, hanno giocato almeno una volta nel 2022, con una maggiore incidenza tra gli uomini, secondo quanto riportato lo scorso anno dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Tra questi, 1,1 milioni hanno dedicato almeno un’ora al gioco in una giornata tipo. Tutti gli intervistati hanno chiesto di cambiare il proprio nome per tutelare la privacy.
Giovanni, veterinario di 44 anni che è riuscito a superare la dipendenza dalle slot machine circa sei mesi fa, ritiene che il governo non stia facendo abbastanza per limitare il fenomeno.
«È come se lo Stato italiano invogliasse i cittadini a giocare. C’è pubblicità ovunque; ci sono spot in TV dove dicono “Ti piace vincere facile?” È come se volessero creare un problema che poi non sanno come affrontare».
I rappresentanti del settore sostengono che l’industria sia impegnata a promuovere il gioco responsabile, mentre l’agenzia governativa che la supervisiona ritiene che restrizioni eccessive siano inefficaci, perché spingono le persone verso il gioco illegale.
Un alto funzionario del governo ha aggiunto che l’Italia adotta un approccio pragmatico al gioco d’azzardo, riconoscendo il contributo del settore all’occupazione e all’economia, ed è favorevole a sostenerne la crescita monitorando al contempo i rischi connessi.
Ciononostante, emergono segnali di un coinvolgimento mafioso nella dipendenza dal gioco in Italia. Il Libro nero sull’azzardo pubblicato quest’anno dal sindacato Cgil mostra come le scommesse siano particolarmente diffuse nelle regioni meridionali più povere e segnate dalla presenza mafiosa.
La Direzione nazionale antimafia segnala regolarmente il gioco d’azzardo e le scommesse online tra i settori infiltrati dalle organizzazioni criminali, in particolare la ’Ndrangheta calabrese, per attività di riciclaggio di denaro.
Emiliano Contini, attivista della cooperativa anti-dipendenze «Il Cammino», ha affermato che un divieto totale del gioco d’azzardo sarebbe irrealistico. Tuttavia, ha sollecitato una valutazione più onesta dei suoi costi sociali.
«Dal 2004 al 2024, il volume complessivo del gioco è passato da circa 40 a oltre 157 miliardi di euro, ma le entrate fiscali sono salite solo da circa 7 a 11,5 miliardi: il gioco vale la candela?»




