Una bella musica può commuovere chi ascolta fino alle lacrime, mentre un suono acuto può mandare in frantumi un vetro. Secondo alcuni scienziati, le vibrazioni e le frequenze che compongono i suoni hanno un effetto potente sulla mente e sul corpo umano.
È stato dimostrato che il giusto genere di musica allevia lo stress e gli scienziati l’hanno usata per guarire il cervello di una bambina, aiutare i pazienti affetti da Alzheimer, favorire il recupero da un intervento chirurgico e aumentare il quoziente intellettivo delle persone. Gli antichi usavano la musica come trattamento per la fertilità e per curare disturbi di determinati organi.
GUARIRE CON LA MUSICA
William Forde Thompson, illustre professore di psicologia alla Macquarie University, e Gottfried Schlaug, professore associato di neurologia alla Harvard University, in un articolo pubblicato da Scientific American, scrivono: «La musica è uno strumento straordinariamente efficace per il trattamento dei disturbi neurologici perché coinvolge quasi tutte le regioni del cervello».
Nell’articolo raccontano la storia di una bambina di 11 anni, Laurel, colpita da un ictus che le ha provocato danni cerebrali permanenti, non era più in grado di comunicare chiaramente, anche se la sua comprensione del linguaggio era rimasta completamente integra.
Mediante la terapia dell’intonazione melodica, è stata creata una connessione tra le regioni uditive e vocali del cervello destro di Laurel. Questa connessione ha permesso di superare le vie del linguaggio sul lato sinistro del cervello, che erano gravemente danneggiate.
I due medici riportano che «alla fine delle quindici settimane di trattamento, Laurel era in grado di parlare con frasi di cinque-otto parole, a volte anche di più».
Nel 2015, anno di pubblicazione del loro articolo, erano passati otto anni dall’incidente di Laurel, che ormai parlava normalmente, ed era di stimolo nel motivare altri pazienti sopravvissuti all’ictus.
Guarigioni come quella di Laurel attraverso il canto diventano sempre più frequenti: ci sono cori in ogni parte del mondo i cui componenti sono sopravvissuti all’ictus e riescono a comunicare di nuovo attraverso la musica.
MUSICA COME MEDICINA
Nel corso della Storia e in molte culture diverse la musica è stata utilizzata per migliorare la salute. Tra gli esempi citati da Thompson e Schlaug ci sono gli affreschi dell’antico Egitto nei quali è raffigurato l’uso della musica per migliorare la fertilità delle donne.
Da uno studio è emerso che la musica può effettivamente aumentare del 5 percento il tasso di successo delle gravidanze nelle donne sottoposte a procedure di fecondazione in vitro (IVF). Gli autori scrivono inoltre: «Gli sciamani delle foreste tropicali degli altipiani del Perù usano il canto come strumento principale di guarigione e gli Ashanti del Ghana accompagnano le cerimonie di guarigione con il suono dei tamburi».
Un articolo di ricerca sulla musica nella medicina cinese afferma che il suo utilizzo nella terapia si è dimostrata efficace. La medicina tradizionale cinese ha fatto un ulteriore passo avanti abbinando le cinque scale musicali, gong (d0), shang (re), jue (mi), zhi (sol), yu (la) a ciascuno dei cinque organi principali: milza, polmone, fegato, cuore e rene; nonché ai cinque elementi: legno, fuoco, terra, metallo e acqua. Gli autori dell’articolo, Hui Zhang e Han Lai, la definiscono «musicoterapia delle cinque fasi».
Zhang e Lai hanno anche affermato che i cinque organi principali corrispondono a cinque stati d’animo: «Il pensiero corrisponde alla milza (Gong), il dolore/preoccupazione ai polmoni (Shang), la rabbia al fegato (Jue), la gioia al cuore (Zhi) e la paura/spavento ai reni (Yu)». E spiegano che quando si individua un disturbo in una certa parte del corpo, l’ascolto della musica della scala corrispondente a quell’organo può aiutare ad alleviare i problemi in quel punto. Inoltre «la musica Shang rafforza gli effetti astringenti e purificanti dei polmoni e regola il metabolismo dell’acqua».
Medici specializzati di Harvard ritengono che, in un modo o nell’altro, la musica sia benefica, anche per i pazienti che hanno subito un intervento chirurgico, per quelli affetti dal morbo di Alzheimer o da altri disturbi, come si legge nell’articolo Music as Medicine: the impact of healing harmonies (La musica come medicina: l’impatto delle armonie curative) pubblicato nel 2015. Precisa che, anche se la musica non può curare l’Alzheimer, può alleviare la confusione e l’ansia dei pazienti.
In alcuni centri medici la musica viene utilizzata anche per aiutare la preparazione all’intervento, la procedura e il recupero. Susanne Cutshall, infermiera professionale alla Mayo Clinic, dice: «Incoraggiamo i pazienti ad ascoltare la musica prima, durante e dopo l’intervento».
MUSICA E APPRENDIMENTO

Si dice che la musica di Mozart renda i bambini più intelligenti, ma è davvero così?
Mentre Harvard non ha fatto esperimenti con i bambini, l’Università Irvine della California, ha chiesto a tre gruppi di studenti universitari di fare un test del quoziente intellettivo dopo aver ascoltato per dieci minuti rispettivamente Mozart, un brano rilassante e il silenzio.
Il gruppo che ha ascoltato Mozart è risultato regolarmente migliore degli altri.
Tuttavia, è importante notare che questi risultati erano temporanei e il margine del “meglio” non era molto ampio. Il quoziente intellettivo di quelli che hanno ascoltato Mozart è aumentato solo di otto o nove punti ed è durato solo 15 minuti. Quando Harvard ha rifatto questo esperimento, ha ottenuto un miglioramento ancora più marginale, pari a due punti di QI.
QUAL È LA MUSICA MIGLIORE?
Nel 1992, il dottor Masaru Emoto iniziò una serie di esperimenti con i cristalli d’acqua. L’acqua esposta a parole positive come ‘speranza’ e ‘amore’ formava cristalli belli e interi, mentre parole come ‘brutto’ formavano masse scolorite e informi che non assomigliavano a cristalli.
Ha anche fatto ascoltare all’acqua della musica per vedere come avrebbe reagito. Ha proposto diversi tipi di musica, da Vivaldi a Imagine di John Lennon fino all’heavy metal: mentre la musica classica e Imagine hanno prodotto cristalli d’acqua interi, l’heavy metal ha creato una massa di vibrazioni senza alcun ordine apparente.
La metodologia di Emoto ha incontrato alcune obiezioni e l’esperimento è stato inoltre criticato per la difficoltà di essere replicato. Ma se i suoi risultati fossero veri, sarebbe interessante notare che l’acqua costituisce circa il 60 percento del corpo umano, a seconda dell’età e del sesso.
James O. Young, professore di Filosofia all’Università di Victoria, in uno studio, ha messo a confronto musica classica e musica popolare. Ha esaminato come venivano applicati gli accordi, gli strumenti musicali, la gamma dei ritmi e altri parametri e ha scoperto che la musica classica si è rivelata molto più efficace del pop, del rock o di altri generi moderni nella realizzazione di componimenti musicali.
E ha commentato: «La musica popolare ha difficoltà a ottenere una precisione che arrivi alla profondità espressiva». Mentre la musica classica «riesce raggiungere quella raffinatezza che per la musica popolare è difficile da realizzare».