Tajani: trovare anche altri strumenti per finanziare l'Ucraina
Via libera dell’Italia al congelamento dei beni russi
L'Europa decide di bloccare gli asset di Mosca e l'Italia vota a favore, ma esprime dubbi sull'utilizzo delle risorse per finanziare l'Ucraina: potrebbe avere conseguenze rischiose per l'Ue

Manifestanti espongono cartelli durante una protesta per chiedere l'utilizzo dei beni russi congelati, a margine della riunione del Consiglio Affari economici e finanziari
Photo: ECOFIN a Bruxelles, in Belgio, il 12 dicembre 2025. Foto EPA/OLIVIER HOSLET via Ansa
È giusto congelare gli asset russi, ma usarli per finanziare l’Ucraina potrebbe essere rischioso e occorre trovare altri fondi. È la posizione che l’Italia esprime dopo il via libera dell’Europa al congelamento permanente dei beni di Mosca, approvato a maggioranza qualificata da 25 Stati (contrari solo Ungheria e Slovacchia).
Il nostro Paese ha confermato, in linea generale, di condividere la linea degli alleati europei, pur smarcandosi sull’utilizzo delle risorse finanziarie russe per il sostegno a Kiev. In una dichiarazione pubblica, sottoscritta insieme a Belgio, Malta e Bulgaria, l’Italia ha avanzato preoccupazioni sulle «conseguenze legali, finanziarie, procedurali e istituzionali della decisione». Nel documento si sottolinea, poi, che «questo voto non pregiudica in alcun caso la decisione sull’eventuale uso dei beni immobilizzati russi, che deve essere presa a livello di leader e che non costituisce un precedente per l’area della Politica estera e di sicurezza comune».
Ma perché i quattro paesi parlano di «precedente»? Il via libera dell’Ue – arrivato per la cosiddetta procedura scritta – contiene due novità importanti. Innanzitutto evita il rinnovo semestrale del congelamento degli asset russi, che restano “bloccati” senza una scadenza – a meno che non finisca la guerra e ogni attività aggressiva di Mosca nei confronti dell’Ucraina e dell’Europa. L’altra novità è il ricorso all’articolo 122 che permette all’esecutivo europeo, in una situazione di emergenza, di bypassare il consenso per unanimità. Una mossa che potrebbe incrinare definitivamente i rapporti tra Bruxelles e Mosca. La reazione del Cremlino, infatti, non si è fatta attendere e la Banca centrale russa ha annunciato di voler intentare una causa presso la Corte arbitrale di Mosca contro Euroclear, la società con sede a Bruxelles in cui sono depositati 185 dei 210 miliardi di euro di asset russi immobilizzati nell’ue.
Ma perché i quattro paesi parlano di «precedente»? Il via libera dell’Ue – arrivato per la cosiddetta procedura scritta – contiene due novità importanti. Innanzitutto evita il rinnovo semestrale del congelamento degli asset russi, che restano “bloccati” senza una scadenza – a meno che non finisca la guerra e ogni attività aggressiva di Mosca nei confronti dell’Ucraina e dell’Europa. L’altra novità è il ricorso all’articolo 122 che permette all’esecutivo europeo, in una situazione di emergenza, di bypassare il consenso per unanimità. Una mossa che potrebbe incrinare definitivamente i rapporti tra Bruxelles e Mosca. La reazione del Cremlino, infatti, non si è fatta attendere e la Banca centrale russa ha annunciato di voler intentare una causa presso la Corte arbitrale di Mosca contro Euroclear, la società con sede a Bruxelles in cui sono depositati 185 dei 210 miliardi di euro di asset russi immobilizzati nell’ue.
Un eventuale prestito all’Ucraina a partire dagli asset russi potrebbe essere approvato già nel prossimo Consiglio europeo, che inizierà il 18 dicembre. Ma nella dichiarazione congiunta Italia, Belgio, Bulgaria e Malta «invitano la Commissione e il Consiglio a continuare a esplorare e discutere alternative in linea con il diritto dell’Ue e internazionale, con parametri prevedibili e che presentino rischi significativamente minori» come «un meccanismo di prestito dell’Ue o di soluzioni ponte, in modo da garantire la continuità del sostegno prima che una qualsiasi delle alternative al vaglio possa effettivamente entrare in vigore».
Antonio Tajani, a Heidelberg per la riunione della presidenza del gruppo Ppe al Parlamento europeo, ha precisato: «Noi abbiamo sempre detto che avevamo qualche riserva non tanto sulla scelta politica, quanto sulla base giuridica per l’utilizzo degli attivi congelati. Ci può essere anche un altro strumento per finanziare l’Ucraina».
Antonio Tajani, a Heidelberg per la riunione della presidenza del gruppo Ppe al Parlamento europeo, ha precisato: «Noi abbiamo sempre detto che avevamo qualche riserva non tanto sulla scelta politica, quanto sulla base giuridica per l’utilizzo degli attivi congelati. Ci può essere anche un altro strumento per finanziare l’Ucraina».
Intanto è intervenuto sul conflitto tra Russia e Ucraina anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante la tradizionale cerimonia dello scambio degli auguri di fine anno con il Corpo diplomatico (erano assenti gli ambasciatori di Russia e Bielorussia), il Capo dello Stato ha puntato i riflettori su un ordine internazionale che «vacilla», a fronte del prevalere di «logiche di potenza e di sopraffazione» e la funzione di pilastri dell’occidente come l’Onu, costruiti per «salvare le future generazioni dal flagello della guerra», è messa in discussione.
Europa e Italia «restano saldamente al fianco dell’Ucraina», ha ribadito Mattarella definendo – con un esplicito riferimento alla Russia e alle trattative in corso per mettere fine al conflitto – «insensata la pace evocata da chi, muovendo guerra, pretende in realtà di imporre le proprie condizioni».
Europa e Italia «restano saldamente al fianco dell’Ucraina», ha ribadito Mattarella definendo – con un esplicito riferimento alla Russia e alle trattative in corso per mettere fine al conflitto – «insensata la pace evocata da chi, muovendo guerra, pretende in realtà di imporre le proprie condizioni».
CROSETTO A ATREJU: SULL’UCRAINA C’È UNA SOLA LINEA POLITICA
Ieri anche su un altro palco, quello di Atreju, si è parlato del conflitto in Ucraina e dell’urgenza di risolverlo. Durante la kermesse di Fratelli d’Italia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato dal direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, si è detto «molto deluso dal fatto che siano gli Usa che intervengano per trattare una pace nel cuore dell’Europa».
Nello stesso giorno in cui Mosca – attraverso le parole di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov – parla della «peggiore crisi» con l’italia dalla fine della Seconda guerra mondiale, Crosetto addita Putin: «Parla di pace ma ogni notte lancia 1.200 missili». Il tema, ribadisce il titolare della Difesa, è capire «quale sia il punto di arrivo della Russia: dice che si fermerà dopo aver annesso quei territori, ma vedo un milione e mezzo di militari, due milioni di riserve, una leva che sta aumentando, un’economia di guerra. E ci sono Estonia, Lettonia e la stessa Polonia che temono di fare la stessa fine dell’Ucraina».
Immancabile, visti i continui botta e risposta delle ultime settimane, la domanda di Travaglio sulle tensioni con la Lega sull’invio delle armi all’Ucraina: «Non sono lo psicologo di Salvini. C’è una politica sola e lo abbiamo dimostrato».
Nello stesso giorno in cui Mosca – attraverso le parole di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov – parla della «peggiore crisi» con l’italia dalla fine della Seconda guerra mondiale, Crosetto addita Putin: «Parla di pace ma ogni notte lancia 1.200 missili». Il tema, ribadisce il titolare della Difesa, è capire «quale sia il punto di arrivo della Russia: dice che si fermerà dopo aver annesso quei territori, ma vedo un milione e mezzo di militari, due milioni di riserve, una leva che sta aumentando, un’economia di guerra. E ci sono Estonia, Lettonia e la stessa Polonia che temono di fare la stessa fine dell’Ucraina».
Immancabile, visti i continui botta e risposta delle ultime settimane, la domanda di Travaglio sulle tensioni con la Lega sull’invio delle armi all’Ucraina: «Non sono lo psicologo di Salvini. C’è una politica sola e lo abbiamo dimostrato».
Articoli attuali dell'autore











