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Foti: su Ucraina maggioranza non si dividerà Gli aiuti servono alla pace

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Tommaso Foti, foto-ritaglio da X.

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«La maggioranza si mostrerà unita come è sempre stato» sugli aiuti all’Ucraina, «a differenza dell’opposizione, che da campo largo su questi temi è un campo minato». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, in un’intervista al Corriere della Sera. Il governo Meloni insisterà nel «proporre soluzioni per la pace, senza che inutili retroscena e messe in scena lo mettano in dubbio». Alla domanda se si riferisce al fatto che l’Italia pare esclusa dal format dei Volenterosi europei, schiacciata sugli Stati Uniti, Foti ha risposto: «Ma di cosa stiamo parlando? Si guardano fatti non rilevanti solo per invidia nei confronti della premier, che sta facendo benissimo».
«Gli aiuti non servono a continuare la guerra, ma a favorire il processo di pace, e perché alla pace si arrivi davvero bisogna essere in due: finora non vediamo grande disponibilità della Russia, per usare un eufemismo: lanciano 1.200 missili in un giorno con il tentativo di colpire il 90 per cento degli obiettivi civili», ha sottolineato il ministro, che ha aggiunto: «In un accordo di pace tutti cedono qualcosa ma non è pace se c’è resa incondizionata. L’Europa non può permettersi di avere ai confini situazioni di totale instabilità tali da far temere ciò che ha ipotizzato il segretario generale della Nato, ovvero che esiste il fondato timore di attacchi russi in Europa».
«Ci sono troppi ‘pacifinti’ – ha osservato il ministro – e troppi furbi. I soldi che ci servivano per far star meglio gli italiani li hanno spesi altri per ristrutturare castelli di lusso, non noi. Ma se si vuole un futuro di libertà, e anche della nostra società, ospedali e scuole sono sempre i primi obiettivi dei conflitti, bisogna avere una difesa adeguata alle sfide del futuro, dalla cybersicurezza alla disinformazione. Che facciamo, stiamo fermi, marginalizzati?». Foti ha ricordato che «abbiamo votato sì in sede Ue a togliere limiti di tempo al blocco degli asset russi, lo abbiamo fatto per non dividere l’Europa. Ma stiamo molto attenti: questa decisione è stata presa a maggioranza qualificata, ed è uno strappo alle regole europee, un precedente pericoloso. Così si fa male all’Europa, che avrebbe bisogno di serie riforme, come scritto anche nei rapporti di Draghi e Letta e non solo detto in modo brutale da Trump».

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