Raphael Grossi: l’Iran non collabora e ha ancora l’uranio per fare le testate

di Redazione ETI
5 Novembre 2025 11:34 Aggiornato: 5 Novembre 2025 11:34

Allarme dall’Aiea: il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha detto che l’Iran deve «migliorare seriamente» la sua cooperazione con gli ispettori delle Nazioni Unite, altrimenti causerà il peggioramento delle tensioni con l’Occidente. In un’intervista al quotidiano britannico Financial Times, Grossi ha infatti affermato che, nonostante siano state condotte 12 ispezioni in Iran dall’inizio della guerra con Israele a giugno, agli ispettori dell’agenzia non è stato permesso di entrare nei principali siti nucleari – Fordow, Natanz e Isfahan – che sono stati danneggiati dai bombardamenti americani.
Grossi ha poi affermato che gli attacchi hanno causato gravi danni agli impianti, ma l’Aiea ritiene che circa 408 chili di uranio arricchito siano ancora utilizzabili: «Il danno è stato enorme, ma la nostra valutazione è che gran parte (se non tutto) dell’uranio arricchito al 60%, 20%, 5% e 2% sia ancora lì». Ed è chiaro che la semplice esistenza di materiale arricchito a un livello così elevato da essere utile per l’uso bellico sia «fonte di preoccupazione», ha aggiunto Grossi. Che durante l’intervista ha affermato che l’Aiea sta attualmente utilizzando immagini satellitari per monitorare i siti interessati, precisando però che tale monitoraggio serve a ben poco, considerato che «l’Aiea ha completamente perso la capacità di vedere cosa viene fatto» con quell’uranio arricchito.

«Non si può dire: ‘resto nel trattato’ e poi non rispettarne gli obblighi» ha poi precisato il capo dell’Aiea, «altrimenti dovrò riferire che abbiamo perso ogni capacità di tracciare il materiale nucleare». Grossi ha chiarito che per ora non c’è intenzione di trasferire la questione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma ha sottolineato che «la cooperazione deve migliorare seriamente».


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