Migliora (leggermente) l’economia dell’area euro

di Redazione ETI
5 Novembre 2025 10:57 Aggiornato: 5 Novembre 2025 10:57

L’economia della zona euro ha accelerato a ottobre al ritmo più rapido da oltre due anni, sostenuta dalla ripresa del settore dei servizi e dal miglioramento delle condizioni della domanda. Secondo l’indice Hcob Eurozone Composite Pmi, elaborato da S&P Global, l’attività economica è salita a 52,5 punti rispetto ai 51,2 di settembre, segnando il decimo mese consecutivo di espansione e il livello più alto da maggio 2023. Un valore superiore a 50 indica crescita.
La Spagna ha registrato la performance migliore con un indice composito di 56,0, seguita dalla Germania (53,9) e dall’Irlanda (53,7). La Francia continua invece a rappresentare l’anello debole: il suo indice si è fermato a 47,7, in territorio di contrazione e ai minimi da otto mesi.

L’Italia, terza economia dell’eurozona, si è distinta con una crescita da 52,5 a 54, il valore più elevato da maggio 2024. Il sottoindice dei nuovi ordini ha toccato 54,6, segno di una domanda in rafforzamento, mentre gli ordini esteri hanno superato per la prima volta da 15 mesi la soglia di 50. Nel complesso, l’occupazione è aumentata al ritmo più rapido da 16 mesi grazie alla spinta del terziario, mentre l’industria manifatturiera resta in difficoltà e l’indice del settore italiano rimane fermo, anche se l’unione tra manifattura e servizi ha portato l’indice Pmi composito italiano a 53,1, il massimo da marzo 2024.

Sul fronte dei prezzi, l’inflazione è rallentata al minimo da tre mesi, ma le imprese hanno intensificato i rincari sui beni e servizi, al ritmo più forte in sette mesi.

La Banca Centrale Europea, che la scorsa settimana ha mantenuto invariato il tasso al 2% per la terza volta consecutiva, considera la politica monetaria «in una buona posizione».

Ma al di là dei numeri, i problemi di fondo delle economie europee restano intatti: gli elevati costi dell’energia – che distruggono il potere d’acquisto delle famiglie e mandano alle stelle i costi delle imprese – insieme alla zavorra dell’elevata tassazione continuano a rendere impossibile una reale crescita nella zona euro.

 

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