Dopo la “luce verde” di Donald Trump, l’Ucraina inizia a intensificare i contrattacchi aerei alla Russia. Ma – a quanto risulta finora – senza uccidere civili. Attacchi di droni ucraini durante la notte hanno infatti colpito diverse strutture energetiche e di produzione elettrica in Russia, costringendo a ridurre la capacità operativa della centrale nucleare di Kursk e provocando un incendio in un terminale per l’esportazione di carburanti a Ust-Luga. Lo hanno riferito domenica fonti ufficiali russe.
L’attacco contro la centrale nucleare di Kursk, non lontana dal confine con l’Ucraina, ha danneggiato un trasformatore ausiliario e ha portato a una riduzione del 50% della capacità operativa dell’unità tre dell’impianto. Non si sono registrati feriti e l’incendio scatenato dall’attacco è stato domato rapidamente e i livelli di radiazioni sul sito e nelle aree circostanti non hanno superato i limiti normali, secondo il servizio stampa della centrale russo.
Una decina di droni ucraini sono stati abbattuti sopra il porto di Ust-Luga (nella regione settentrionale russa di Leningrado) e i detriti hanno innescato un incendio nel terminale gestito da Novatek, un importante complesso per l’esportazione di carburanti sul Mar Baltico. Anche in questo caso le autorità russe hanno dichiarato un incendio poi domato e nessun ferito. L’impianto di Ust-Luga di Novatek, inaugurato nel 2013, tratta condensato di gas trasformandolo in nafta leggera e pesante, carburante per aerei, olio combustibile e gasolio, e produce per l’esportazione.
Le unità russe hanno distrutto in totale 95 droni ucraini durante la notte nei cieli di 13 regioni, tra cui Leningrado e Samara, oltre alla penisola di Crimea, secondo un comunicato del ministero della Difesa russo. L’ente per l’aviazione civile russa ha riferito che i voli sono stati sospesi per ore in diversi aeroporti russi durante la notte, tra cui quello di Pulkovo nella regione di Leningrado.
Droni ucraini hanno anche colpito un’impresa industriale nella città russa meridionale di Syzran, ha scritto su Telegram Vyacheslav Fedorishchev, governatore della regione di Samara dove si trova Syzran, aggiungendo che non ci sono state vittime ma senza specificare né gli obiettivi né eventuali danni.
All’inizio di questo mese, l’esercito ucraino ha dichiarato di aver colpito la raffineria di petrolio di Syzran, di proprietà di Rosneft, che è stata costretta a sospendere la produzione e l’assunzione di greggio, secondo fonti Reuters.