Un attacco israeliano ha colpito l’unica chiesa cattolica di Gaza, causando la morte di due persone e il ferimento di diverse altre, secondo quanto riferito dal Patriarcato latino di Gerusalemme.
«Due persone hanno perso la vita a seguito di un apparente attacco dell’esercito israeliano che questa mattina ha colpito il complesso della Sacra Famiglia» dice una nota ufficiale. In un comunicato separato, la parrocchia della Sacra Famiglia ha riportato la presenza di «diversi feriti, alcuni in condizioni critiche». Papa Leone, in un telegramma dedicato alle vittime, si è detto «profondamente addolorato» e ha chiesto «un cessate il fuoco immediato». Il pontefice ha espresso la sua «speranza profonda per un dialogo, una riconciliazione e una pace duratura nella regione», secondo il messaggio firmato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
Le Forze armate israeliane hanno dichiarato di essere «a conoscenza delle notizie relative ai danni causati alla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City» e che «le circostanze dell’incidente sono in corso di verifica», aggiungendo: «l’Idf compie ogni sforzo possibile per ridurre i danni ai civili e alle strutture civili, inclusi i luoghi di culto, e deplora qualsiasi danno arrecato a essi». Il ministero degli Esteri israeliano, in una dichiarazione pubblicata su X, ha annunciato che i risultati dell’indagine saranno resi pubblici, sottolineando che Israele non prende di mira chiese o siti religiosi e che deplora qualsiasi danno causato a questi o ai civili. Secondo quanto riferito in precedenza dal Patriarcato, tra i feriti c’è anche il parroco Gabriele Romanelli, e la chiesa ha subito danni strutturali.
Giorgia Meloni – in una presa di posizione inusuale, che rompe la tradizionale equidistanza del governo italiano rispetto al conflitto israelo-palestinese – ha così attribuito a Israele la responsabilità dell’attacco al complesso religioso: «Gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta conducendo da mesi sono inaccettabili. Nessuna azione militare può giustificare un tale comportamento».