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Il dazio verrà applicato e calcolato in base alle emissioni di gas serra generate durante la produzione

Il nuovo dazio "green” dell’Ue sulle emissioni

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La fabbrica di acciaio ThyssenKrupp a Duisburg, Germania, 5 novembre 2025.

Photo: REUTERS/Leon Kuegeler

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Tempo di lettura: 2 Min.

L’Unione Europea vuole estendere il dazio sull’anidride carbonica relativo alle importazioni di prodotti ad alte emissioni di CO₂ come acciaio, alluminio e cemento, e poi frigoriferi, lavatrici e componentistica per auto. Il dazio verrà applicato e calcolato in base alle emissioni di gas serra generate durante la produzione.
Lo scopo dell’iniziativa, che da gennaio 2026 comincerà a riscuotere gli introiti dagli importatori, sarebbe quella di creare parità di condizioni tra i produttori europei e quelli di Paesi con normative climatiche meno rigorose. La decisione nasce dalle preoccupazioni di Bruxelles: il dazio sulla CO₂ così come era pensato all’inizio, rendeva semplicemente più cari per le aziende europee i materiali importati e già tassati per le emissioni, spingendole a spostare le fabbriche all’estero in Paesi che inquinano di più, così da risparmiare sui costi. In teoria, l’estensione servirebbe proprio a evitare questo problema, tassando direttamente anche i prodotti finiti e di conseguenza evitando che le fabbriche europee spostino la loro produzione in altri Paesi non europei, come la Cina. «I produttori industriali europei devono essere incoraggiati nei loro sforzi di decarbonizzazione», ha dichiarato Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la prosperità e la strategia industriale.
Nel 2024 l’Unione Europea ha infatti importato più prodotti in alluminio di quanti ne abbia esportati, registrando un deficit commerciale di circa 11 miliardi di euro. I principali fornitori di alluminio quell’anno sono stati Norvegia, Cina, Islanda, Turchia e Svizzera, secondo Eurostat. Al contrario, l’Ue ha registrato un surplus commerciale di 4 miliardi e 700 milioni di euro nel ferro e acciaio nel 2024. Le principali destinazioni per le esportazioni di questi prodotti sono state Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Norvegia e Cina.
Una volta a regime quindi, il nuovo dazio sulle emissioni obbligherà gli importatori a dichiarare le emissioni di anidride carbonica nelle merci prodotte all’estero. La proposta, che deve ancora essere approvata dal Parlamento europeo, dovrebbe portare nelle casse di Bruxelles circa 1 miliardo e 400 milioni di euro all’anno. Inoltre, il 25% di questi ricavi nei prossimi due anni saranno destinati a un fondo dedicato ai produttori europei che subiscono maggiormente l’impatto della misura.

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