Il canto di Natale che fermò una guerra
In un gelido Natale del 1914, il canto dei soldati portò pace e buona volontà sul campo di battaglia

Il più antico manoscritto esistente di “Adeste Fideles”, attribuito a John Francis Wade 1743-44. Pubblico dominio
Nelle sacre scritture ci sono molte storie di angeli che parlano agli uomini, li avvertono, li guidano e li confortano, ma c’è stata solo una volta, una sola volta, in cui gli uomini hanno sentito cantare gli angeli. È stato nella notte della nascita di Cristo nel nostro mondo che gli angeli hanno cantato «Gloria a Dio» e «Pace sulla Terra». E solo a una piccola comunità di umili pastori è stato concesso di ascoltare quel canto.
Oggi esistono centinaia, persino migliaia di canti natalizi, cantate e oratori, composti e cantati da comuni persone mortali, che celebrano il miracolo avvenuto tanti secoli fa. Uno dei più belli e amati è Adeste Fideles. A differenza di un governo, una canzone non conosce confini, li supera, passando liberamente da un Paese all’altro. A volte riesce persino ad attraversare le linee del fronte e le trincee in tempo di guerra.

Dietro le line nemiche. Depositphotos_
Una memorabile vigilia di Natale
Durante il Natale del 1914 si verificò un evento straordinario e sorprendente. Alcune settimane prima, papa Benedetto XV si era rivolto a tutte le potenze belligeranti chiedendo loro una tregua natalizia, ma i monarchi e i loro ministri, al sicuro tra arazzi e lampadari, si rifiutarono di interrompere le operazioni, e le uccisioni, anche per un solo giorno.
Ma, proprio alla vigilia di Natale, lungo tutto il fronte occidentale, gli uomini nelle trincee sentirono intonare canti natalizi dai loro cosiddetti “nemici” e decisero di rispondere a loro volta cantando le loro canzoni. In realtà, si trattava degli stessi motivi natalizi, cantati in una lingua diversa. In quel momento, circa due terzi dei soldati appartenenti a entrambe le forze armate, desiderosi di tornare a casa e addolorati per i compagni caduti, dichiararono spontaneamente una tregua.
Ma, proprio alla vigilia di Natale, lungo tutto il fronte occidentale, gli uomini nelle trincee sentirono intonare canti natalizi dai loro cosiddetti “nemici” e decisero di rispondere a loro volta cantando le loro canzoni. In realtà, si trattava degli stessi motivi natalizi, cantati in una lingua diversa. In quel momento, circa due terzi dei soldati appartenenti a entrambe le forze armate, desiderosi di tornare a casa e addolorati per i compagni caduti, dichiararono spontaneamente una tregua.

Antonio Fabrés, Papa Benedetto XV, 1916 – Particolare. Museo Nazionale del Prado, Madrid. Durante la Prima Guerra Mondiale, il Papa chiese una tregua natalizia. Pubblico dominio
Graham Williams, un soldato britannico, in seguito raccontò: «Prima i tedeschi cantavano uno dei loro canti natalizi, poi noi cantavamo uno dei nostri, finché quando abbiamo iniziato a cantare O Come, All Ye Faithful i tedeschi si sono immediatamente uniti a noi cantando lo stesso inno in latino, Adeste Fideles. Allora ho pensato: beh, questa è davvero una cosa straordinaria, due nazioni che cantano lo stesso inno natalizio nel bel mezzo di una guerra».

Il più antico manoscritto esistente di Adeste Fideles, attribuito John Francis Wade, 1743-44. Pubblico dominio.
All’alba, lungo la linea del fronte, le armi furono messe da parte e gli uomini che fino al giorno prima sparavano uno contro l’altro iniziarono a scambiarsi espressioni di buona volontà. Si scambiarono persino doni di cibo e sigarette, ed entrambe le parti poterono seppellire i morti che giacevano nelle trincee e sui campi. Un altro soldato britannico osservò che «se fossimo stati lasciati a noi stessi, non sarebbe mai stato sparato un altro colpo». Tornano alla memoria le parole di Federico il Grande: «Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno di loro rimarrebbe nell’esercito».
Alla nascita di Cristo, gli angeli cantarono Pace sulla terra, non ai re, ma alla gente comune. Secoli dopo, quei soldati comuni nelle trincee non udirono gli angeli, ma sentirono i propri fratelli cantare canzoni di pace e buona volontà. Forse la pace è solo nelle loro mani.
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