Crescono le esportazioni cinesi ma non verso gli Stati Uniti
L’avanzo commerciale della Repubblica Popolare Cinese verso il resto del mondo ha superato la soglia dei mille miliardi di dollari a novembre, battendo l'ultimo record del 2024. Ma le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti scendono, mentre l’avanzo commerciale della Cina con l’Unione Europea aumenta del 20 per cento

Immagine aerea del porto di Qingdao, nella provincia dello Shandong, nella Cina orientale. Foto: Li Ziheng/Xinhua/Zuma Press via Ansa.
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Le importazioni sono salite dell’1,9 per cento, raggiungendo i 218,7 miliardi di dollari. Seppure in crescita, rispetto al modesto +1 per cento di ottobre, il dato resta inferiore alla previsione mediana del 3 per cento.
Nei primi undici mesi del 2025, l’avanzo complessivo cinese ha superato i 1.100 miliardi di dollari, con un aumento del 21,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel 2024, la Cina aveva chiuso con un surplus record di 992,1 miliardi di dollari.
Diversi fra loro i provvedimenti presi sulle due sponde dell’Atlantico: mentre Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha detto che l’ascesa economica della Cina «non deve avvenire a discapito dell’economia europea», negli Stati Uniti, Donald Trump ha direttamente imposto nuovi dazi sulle importazioni cinesi per controbilanciare questo picco di disavanzo commerciale. Ma in ogni caso le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti hanno continuato a diminuire: a novembre sono crollate del 28,6 per cento su base annua, segnando l’ottavo mese consecutivo di contrazione. E le merci che la Cina non vende in America vengono scaricate in Europa, dove Bruxelles appare più timida di Washington nel voler difendere i posti di lavoro e i consumatori.
Le riduzioni sui dazi concordate nella tregua Usa-Cina non hanno favorito le esportazioni verso gli Stati Uniti «ma la crescita complessiva delle esportazioni è comunque rimbalzata» osservato Huang Zichun, analista di Capital Economics, in una nota diffusa l’8 dicembre, dove conferma che si prevede «che le esportazioni cinesi continuino a restare robuste e che la Cina guadagnerà ulteriori quote di mercato mondiale nel prossimo anno».
Il Partito comunista cinese vede l’Occidente come un puro e semplice nemico da spolpare vivo e (in ultima istanza) da sottomettere alla propria tirannide. Non si vede per quale motivo il Pcc dovrebbe accettare gli appelli “alla moderazione” europei.
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