Continuano a cadere teste intorno a Xi Jinping

di Giovanni Donato
23 Ottobre 2025 17:11 Aggiornato: 23 Ottobre 2025 18:45

Si mette sempre peggio per il capo del Partito comunista cinese. La fazione avversa sta eliminando i suoi fedelissimi nelle forze armate a un ritmo ormai paragonabile una catena di montaggio. Meglio sarebbe dire di smontaggio, considerando che gli avversari del dittatore cinese lo stanno progressivamente privando, ogni giorno di più, di un potere che fino a pochi anni fa era di fatto assoluto e sembrava quasi destinato a durare per sempre.

Il capo dell’anticorruzione delle forze armate cinesi è stato promosso a vicecapo di stato maggiore delle forze armate della dittatura cinese. Va a prendere il posto di un generale fedelissimo Xi Jinping, “sparito” di recente. Il generale Zhang Shengmin è stato ufficialmente nominato vicepresidente della Commissione militare centrale, l’organo del Partito che governa le forze armate. La nomina è stata annunciata al termine della riunione a porte chiuse della Commissione centrale, durata quattro giorni, alla quale partecipano oltre 300 alti funzionari chiamati a definire l’indirizzo delle politiche economiche e sociali del Partito. Durante questo incontro vengono anche approvate modifiche nella composizione della Commissione centrale.

La promozione del generale Zhang arriva pochi giorni dopo l’espulsione a parte della direzione del Partito comunista cinese del suo predecessore, He Weidong, insieme ad altri otto generali, tutti accusati di corruzione e abuso di potere. Otto dei nove ufficiali espulsi erano membri della Commissione centrale del Partito comunista cinese. Con l’espulsione dei nove generali alla vigilia del Quarto Plenum del Partito Comunista Cinese, i fondamentali cambiamenti nei vertici militari sembravano aver portato a un nuovo equilibrio di forze, col conseguente ridimensionamento della figura di Xi Jinping. Ma secondo gli analisti e alcune fonti all’interno del Partito, la purga in corso fra i vertici delle forze armate cinesi sarebbe tutt’altro che finita.

L’analista Cai Shenkun, ad esempio, sostiene che, oltre ai nove generali già fatti fuori dalla fazione avversa a Xi Jinping, altri quattro siano ora sotto indagine: Xu Xueqiang, capo del Dipartimento dell’Equipaggiamento, Xu Qiliang, vice capo di stato maggiore delle forze armate, Xu Xisheng, commissario politico della forza missilistica, e Xiao Tianliang, presidente dell’Università della Difesa Nazionale. Inoltre, secondo Cai Shenkun, «centinaia di generali sono ancora in attesa di essere indagati» e «la cosiddetta fazione militare Xi, che si era consolidata dopo il 20esimo Congresso del Partito, è stata praticamente annientata». Cai Shenkun, che ha in passato fornito informazioni precise sui cambiamenti di potere all’interno del Partito e delle Forze Armate, ha citato fonti affidabili secondo cui il vicepresidente della Commissione Militare Centrale, He Weidong, e il vice direttore esecutivo per le politiche della Commissione militare centrale, He Hongjun sarebbero morti. He Weidong avrebbe avuto un infarto (il che potrebbe essere vero, considerato che aveva gravi problemi di salute) mentre He Hongjun sarebbe morto per suicidio (o forse “suicidato”). Ovviamente, si tratta di fatti non confermati ufficialmente dal regime.

In un editoriale del 18 ottobre, il Quotidiano dell’esercito popolare di liberazione, ha esortato le intere forze armate e di polizia  a sostenere con fermezza la decisione dei vertici militari di espellere i nove generali, accusandoli di «aver perso la fede e spezzato la fedeltà», di aver tradito gravemente la fiducia del Partito, compromesso il principio del controllo del Partito sulle Forze Armate e danneggiato l’ambiente politico militare. Le informazioni interne per gli ufficiali superiori hanno inoltre descritto gli accusati non come “corrotti”, ma come membri di una «associazione avversa al Partito».
Secondo gli analisti, in simili casi quella di “corruzione” normalmente è un’accusa pretestuosa (se non altro perché tutti sono più o meno corrotti, all’interno del sistema di potere della dittatura cinese) usata dalla fazione vincente per coprire l’eliminazione dei membri della fazione perdente all’interno del Partito. La fazione di Xi Jinping stesso ha sempre fatto largo uso di questo espediente per sbarazzarsi di decine di avversarsi in seno al Pcc.

Shenkun Cai ha inoltre indicato a Epoch Times Usa diversi altri generali attualmente sotto indagine all’insaputa del pubblico, tutti nominati direttamente da Xi Jinping.
Inoltre, Wang Youqun, ex braccio destro di Wei Jianxing (membro del Comitato permanente del Politburo dal 1997 al 2002) ha scritto recentemente sull’edizione cinese di Epoch Times che, nella dichiarazione rilasciata dal ministero della Difesa, è stato omesso un dato di fatto di importanza cruciale: tutti e nove i generali destituiti detenevano il grado più alto nelle Forze Armate popolari cinesi. E tale omissione è evidentemente voluta, per risparmiare a Xi Jinping una pesante umiliazione, considerando che Xi – in qualità di presidente della Commissione militare centrale – aveva personalmente conferito il grado di generale a tutti e nove, tra il 2015 e il 2024.

Oltre ai nove generali recentemente epurati, altri cinque, sempre nominati personalmente da Xi, sono stati già estromessi, fra cui i ministri della Difesa Li Shangfu e Wei Fenghe, e il precedente comandante della Forza Missilistica Li Yuchao.
Complessivamente, quindi, ad ora sono quattordici i generali nominati da Xi epurati. «Come minimo, questo qualifica Xi come estremamente incompetente nella scelta dei propri funzionari» osserva Wang Youqun, che definisce l’attuale situazione interna del Partito comunista cinese «un disastro per Xi».

La maggior parte degli analisti, ormai è concorde nell’interpretare questa colossale epurazione di generali cinesi come indicativa del fatto che le decisioni fondamentali per il prossimo Quarto Plenum del Pcc siano ormai definitive. E che il potere di Xi Jinping sia oggi più fragile che mai.

 


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