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COMMENTI

Tornare alla vita reale può fare solo bene

Perché i social turbano la tranquillità (e come riprendersela)

Tra notizie, gossip delle celebrità e contenuti dalla dubbia utilità, i social sommergono le persone di informazioni che non valgono nulla

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Foto: REUTERS/Dado Ruvic/Illustration/File Photo

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Tempo di lettura: 3 Min.

Tra notizie, gossip delle celebrità e contenuti dalla dubbia utilità, i social sommergono le persone di informazioni che non valgono nulla. Eppure sono irresistibili, e hanno praticamente gli stessi effetti di una droga. Ancora più inutili poi sono i commenti e le discussioni infinite sotto i post che alla fine sfociano nel nulla. Oggi i social sono una mitragliatrice di stimoli, creano un ciclo di dipendenza da dopamina, inondano il corpo di ormoni dello stress e distruggono lo “stato di flusso”: quella calma interiore che produce serotonina, stimola la creatività e la riflessione profonda. In pratica, è come ritrovarsi a rovistare in un cassonetto per cercare dei diamanti; alla fine, più si scava e più si inquina la mente con questa spazzatura. Il risultato? Alla fine le persone adottano quel pensiero di basso livello e si fanno condizionare da esso anche quando parlano o pensano.
I social vendono un vero e proprio modo di pensare preconfezionato. E anche quando ci si rende conto di questa spirale, non cambia niente. Il mondo non diventerà migliore semplicemente perché ci si nutre ininterrottamente di notizie, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. È un po’ come avere un amico che telefona o scrive esclusivamente per dare aggiornamenti sulle peggiori disgrazie: omicidi, rapine, incidenti stradali, relazioni tossiche, conflitti armati e catastrofi naturali. Nessuno vorrebbe avere un amico del genere.
Molti studi invece dimostrano che la meditazione, la preghiera, il canto e anche solo il passare del tempo con sè stessi portano numerosi benefici. Stimolano l’introspezione, regalano gioia, compassione e gratitudine. Nei social invece si trova un ambiente sporco, povero e, troppo spesso, privo di spessore. La consapevolezza e il pensiero profondo non crescono nutrendosi di informazioni povere. Quando sono le app a pensare per gli altri, insegnano a cercare all’esterno, piuttosto che dentro sè stessi. I grandi maestri spirituali, al contrario, cercavano il silenzio: come Gesù nel deserto e il Buddha sotto l’albero del Bodhi per 49 giorni. Questi personaggi sacri avevano compreso che il silenzio è indispensabile per liberarsi dai propri pensieri negativi. Le persone di oggi non sono dei maestri spirituali, certo, ma sono pur sempre responsabili della loro stessa mente e condotta. La natura, il silenzio e la solitudine sono quindi veramente necessari per crescere interiormente.
I social rappresentano milioni di voci sconosciute che vengono venerate come fossero oracoli, mentre si fissa uno schermo che troppo spesso viene scambiato per la vita reale. La mente umana però non è fatta per questa spazzatura: è fatta per nutrirsi di bellezza, di ampi orizzonti e di profondità di pensiero. Solamente tornando al silenzio, alla tranquillità e alla capacità di ascoltare le persone possono davvero migliorare e, alla fine, cambiare in meglio.

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