L’inviato speciale del presidente Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha respinto la risposta di Hamas alla proposta americana di cessate il fuoco a Gaza definendola «assolutamente inaccettabile» e un passo indietro. Hamas ha infatti dichiarato di voler modificare alcune condizioni dell’accordo, tra cui la tempistica per il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle forze israeliane.
In una nota diffusa il 31 maggio, Witkoff ha esortato Hamas ad accettare la proposta americana come base di partenza per avviare immediatamente dei negoziati, così da raggiungere una tregua di 60 giorni che permetta anche la restituzione degli ostaggi, e (purtroppo) dei cadaveri, perché «è l’unico modo per raggiungere, nei prossimi giorni, un accordo per un cessate il fuoco di 60 giorni, che consenta il ritorno a casa di metà degli ostaggi vivi e di metà di quelli deceduti» ha spiegato Witkoff.
L’organizzazione terroristica Hamas ha confermato sabato, attraverso un comunicato pubblicato sul proprio canale Telegram, di aver consegnato una controproposta alla proposta statunitense (approvata anche da Israele) che prevede un cessate il fuoco permanente, il ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza e un accesso illimitato agli aiuti umanitari, oltre al rilascio di 10 ostaggi vivi e delle spoglie di altri 18, in cambio di «un numero concordato di prigionieri palestinesi».
Un alto funzionario di Hamas, che ha preferito mantenere l’anonimato, dice Associated Press, ha poi precisato che la controproposta includeva alcune «osservazioni e modifiche», in particolare riguardo alle garanzie degli Stati Uniti, alla sequenza degli scambi di ostaggi e prigionieri, alla logistica per la consegna degli aiuti e al riposizionamento delle truppe israeliane. Ma i dettagli non sono stati resi pubblici.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato giovedì che Israele aveva già dato il proprio assenso alla proposta prima che fosse inviata a Hamas, aggiungendo che «i negoziati proseguono» e che Washington spera in un cessate il fuoco a Gaza che permetta il ritorno a casa di tutti gli ostaggi.
Il presidente Trump venerdì si è mostrato ottimista: «sono molto vicini a un accordo su Gaza» ha detto ai giornalisti, «è una situazione caotica, ma credo che vogliano uscirne».
Questa nuova trattativa giunge dopo il fallimento di una precedente tregua temporanea a marzo. Da allora, Israele ha ripreso le operazioni terrestri e aeree in tutta la Striscia di Gaza, mentre l’accesso agli aiuti umanitari è stato limitato. Le autorità israeliane accusano Hamas di appropriarsi degli aiuti e di rivenderli per finanziare le proprie attività militari.
Il conflitto è iniziato il 7 ottobre 2023, quando terroristi guidati da Hamas hanno lanciato un attacco a sorpresa oltre il confine, nel sud di Israele, uccidendo circa 1.200 persone, per lo più civili, e rapendo 251 ostaggi. Di questi, circa la metà è stata liberata attraverso precedenti accordi o cessate il fuoco, mentre altri sono stati salvati o dichiarati morti. Secondo le autorità israeliane, 58 ostaggi rimangono a Gaza, di cui circa un terzo sarebbe ancora in vita.
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, sostiene che oltre 54 mila palestinesi siano stati uccisi dall’ottobre 2023, ma la cifra non è statea verificata in modo indipendente, e non distingue tra civili e miliziani.