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Mosca ha sempre colpito senza pietà i civili ucraini durante le trattative

Pretesto di Putin per far saltare la trattativa?

In seguito al presunto attacco ucraino alla residenza di Novgorod, Mosca sta rivalutando la propria posizione nei confronti dei negoziati

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Vladimir Putin Foto: Screenshot da video Reuters

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Le forze ucraine hanno tentato di colpire la residenza del presidente Putin nella città di Novgorod il 29 dicembre, spingendo il Cremlino a “riconsiderare” la propria posizione in merito ai colloqui di pace, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov all’agenzia di stampa Tass. Kiev avrebbe utilizzato più di novanta droni per l’attacco, prontamente abbattuti dalle forze russe. Non è chiaro se Putin si trovasse all’interno dell’edifico nel momento dell’offensiva.
«Tali atti sconsiderati non rimarranno impuniti» ha affermato Lavrov, aggiungendo che il presunto attacco costituisce una forma di terrorismo e che le forze armate della Russia hanno già individuato gli obiettivi ucraini per un contrattacco.
D’altra parte le incessanti offensive russe contro le infrastrutture energetiche e il costante massacro di civili in Ucraina, che hanno sempre visto i propri attimi di picco proprio in corrispondenza delle trattative – non hanno aiutato (tutt’altro) gli sforzi diplomatici americani, iniziati da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca nel gennaio 2025.
Le dichiarazioni del ministro sono giunte mentre era in corso il vertice tra Trump e Zelensky. «Abbiamo discusso tutti gli aspetti del piano di pace e ottenuto risultati significativi» ha dichiarato il presidente ucraino. Le garanzie di sicurezza sono state al centro delle discussioni e rappresentano l’elemento cardine nel percorso verso una pace duratura.
Donald Trump è convinto che un accordo di pace tra Russia e Ucraina sia ora molto più vicino, sebbene rimangano nodi complessi da sciogliere, come il Donbas. «Parte di quei territori è stata occupata» ha riferito Donald Trump ai giornalisti, alludendo alle zone conquistate durante il conflitto e ora al centro delle trattative.
Volodymyr Zelensky ha riferito alla stampa che restano irrisolte due questioni principali: il controllo della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, attualmente in mano russa, e il destino della regione del Donbass nell’Ucraina orientale.

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