Il tribunale dà ragione a Trump sulla Guardia Nazionale

di Redazione ETI/Joseph Lord
21 Giugno 2025 14:12 Aggiornato: 21 Giugno 2025 14:12

Una corte d’appello federale ha stabilito che Trump può continuare a esercitare il controllo sulla Guardia Nazionale della California, respingendo il ricorso presentato dal governatore Gavin Newsom che chiedeva di bloccare la decisione di porre le truppe sotto il comando federale.

La sentenza, emessa il 19 giugno da una sezione composta da tre giudici del Nono Circuito, riconosce la legittimità dell’intervento disposto dal presidente in risposta ai disordini scoppiati a Los Angeles. Accolta anche la richiesta dell’amministrazione Trump di sospendere una precedente decisione che restituiva la gestione della Guardia Nazionale allo Stato. In un post pubblicato su Truth, Trump ha definito la sentenza una «grande vittoria», e ha ribadito che il governo federale ha il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini qualora le autorità locali non siano in grado di farlo.

I giudici hanno affermato che il presidente ha agito legittimamente in base al titolo 10, sezione 12406, comma 3 del Codice degli Stati Uniti, che consente la federalizzazione della Guardia Nazionale quando le forze armate regolari non siano sufficienti a garantire l’ordine.

Il 7 giugno, Trump aveva annunciato il dispiegamento di 2.000 soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles, a seguito di proteste scoppiate nel centro cittadino dopo una serie di arresti effettuati dall’Ice. La normativa consente al presidente di mobilitare la Guardia anche senza il consenso del governatore, in caso di ribellione — o minaccia di ribellione — contro l’autorità del governo federale, o in altri scenari straordinari come un’invasione.

Secondo la corte, le condizioni previste dalla legge risultavano soddisfatte. I giudici hanno sottolineato che, prima dell’intervento della Guardia, alcuni manifestanti avevano accerchiato agenti federali, e hanno lanciato loro blocchi di cemento, bottiglie e altri oggetti; sono stati inoltre danneggiati edifici governativi, e almeno una sede federale è stata costretta alla chiusura. Un furgone ufficiale è stato assaltato e danneggiato. «L’interesse del governo federale a prevenire episodi di questo tipo è rilevante», si legge nella motivazione.

Il 9 giugno, Newsom aveva il ricorso contro l’amministrazione federale definendo la decisione di Trump «una grave violazione della sovranità statale» e accusandolo di «alimentare le tensioni» e  di «distogliere risorse da aree dove sarebbero state più necessarie». Da allora, sono stati inviati altri 2.000 militari, tuttora presenti in gran parte della contea di Los Angeles. Newsom ha commentato esprimendo profonda delusione per la decisione e insistendo: «il presidente non è al di sopra della legge. Continueremo a contrastare un uso autoritario dei militari contro i cittadini».


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