«Tutti stanno facendo scena» ha dichiarato Donald Trump il 26 agosto, rispondendo a una domanda sui nuovi commenti del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che mettevano in discussione la legittimità del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel concludere un accordo di pace per conto dell’Ucraina. Ed è quindi più in forse che mai l’incontro tra Putin e Zelensky.
In un’intervista rilasciata a Nbc News il 24 agosto, Lavrov ha parlato della disponibilità di Putin a siglare un accordo di pace e di come potrebbe procedere il processo negoziale. La conversazione si è poi spostata sulle opinioni russe riguardo alla legittimità di Zelensky, alla luce del rinvio delle elezioni ucraine a causa della guerra. Lavrov ha affermato che la Russia riconosce Zelensky come «capo de facto del regime» a Kiev, ma ha aggiunto che non è chiaro se questi abbia l’autorità per vincolare il suo Paese a un processo di pace: «Quando arriveremo alla fase in cui dovremo firmare documenti, avremo bisogno di una comprensione molto chiara da parte di tutti che la persona che firma sia legittima – perché, ha detto Lavrov – secondo la Costituzione ucraina, al momento il signor Zelensky non lo è». Dopo l’improbabile diktat sulle “garanzie di sicurezza”, quindi, dal Cremlino arrivano altri problemi. Ma Donald Trump ha replicato che queste dichiarazioni di Lavrov non contano niente, commentando: «Quello che dicono non conta: qui stanno tutti facendo scena».
Zelensky è stato eletto nel 2019 e il suo mandato sarebbe dovuto terminare nel maggio 2024. Ma, ai sensi della Costituzione vigente, l’Ucraina non terrà elezioni finché sarà in vigore la legge marziale.
Mentre discuteva dei suoi tentativi di pace durante la riunione di Gabinetto di martedì, il presidente degli Stati Uniti ha detto incontrare difficoltà a far coincidere “i momenti” in cui rispettivamente Putin e Zelensky sono disponibili a firmare la pace: «averli entrambi allo stesso tempo», ha detto Trump, è molto difficile. Quanto all’eventualità di nuove sanzioni economiche alla Russia, durante la riunione di Gabinetto Donald Trump ha precisato che non prevede di andare oltre il livello economico, appunto, escludendo quindi il conflitto armato; ma saranno «comunque pesanti» ha precisato Trump che, a quanto si può vedere, sta conservando le nuove sanzioni come ultima carta da giocare: l’extrema ratio a cui spera di non dover arrivare. Un cambio di prospettiva notevole, quello del presidente americano, che poche settimane fa aveva definito in generale poco efficaci le sanzioni economiche.