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Commissione europea contro la «biblioteca pubblicitaria» di X

Stati Uniti pronti a reagire alla maxi multa da 140 milioni dell’Ue a X

Il rappresentate per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer, ha annunciato una possibile reazione statunitense nei confronti dell’Unione Europea in seguito alla multa da 140 milioni di dollari comminata da Bruxelles a social X di Elon Musk

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Il logo della piattaforma X.

Photo: REUTERS/Dado Ruvic/Illustration.

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Il rappresentate per il Commercio degli Stati Uniti, Jamieson Greer, ha annunciato una possibile reazione statunitense nei confronti dell’Unione Europea in seguito alla multa da 140 milioni di dollari comminata da Bruxelles a social X di Elon Musk. Greer ha ribadito senza troppi giri di parole che «se l’Ue insiste nel restringere, limitare e ostacolare la competitività dei fornitori di servizi statunitensi con mezzi discriminatori, gli Stati Uniti non avranno scelta se non quella di utilizzare ogni strumento a disposizione per contrastare queste misure irragionevoli».
La Commissione Europea, in particolare, ha criticato la «biblioteca pubblicitaria» di X (cioè l’archivio online che raccoglie e rende pubblici tutti gli annunci a pagamento sulla piattaforma, con dettagli su chi li ha finanziati, quanto è stato speso e a chi sono stati mostrati). Secondo Bruxelles, questo strumento non rispetta gli standard di accessibilità e completezza previsti dal Digital Services Act: mancherebbero informazioni cruciali, rendendo difficile per ricercatori, giornalisti e autorità monitorare fenomeni come la disinformazione organizzata, le interferenze nelle elezioni o altre attività illecite. «Con la prima decisione relativa alla non conformità al Dsa, riteniamo X responsabile di aver compromesso i diritti degli utenti e di aver evitato di assumersi le proprie responsabilità», ha dichiarato Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia.
Musk ha risposto alla sanzione definendola folle: «l’Ue ha imposto questa folle multa non solo a X, ma anche a me personalmente, il che è ancora più assurdo! A questo punto bisognerà rivolgere la nostra risposta non solo all’Ue, ma anche agli individui che hanno preso questa decisione contro di me». La salatissima multa dell’Ue a X è l’ultima di una serie di sanzioni imposte a diversi colossi tecnologici statunitensi come Google, Meta, Apple, Amazon e Microsoft.
In risposta alle pressioni di Bruxelles, ieri X ha aggiornato i propri termini di servizio e privacy policy, che entreranno in vigore dal 15 gennaio 2026. Tra le novità principali: l’esplicita adesione alle richieste di Ue e Uk per rimuovere non solo contenuti illegali, ma anche quelli considerati «pericolosi o non sicuri» secondo le leggi europee. Ma soprattutto, dal 15 gennaio 2026 in poi gli utenti «saranno responsabili del contenuto pubblicato e creato, inclusi prompt, risultati e/o informazioni ottenute durante l’utilizzo di X».  Continuando a usare la piattaforma dopo il 15 gennio, tutti gli utenti semplicemente accetteranno automaticamente i nuovi termini di servizio.

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