Regionali Veneto, Zaia capolista in tutte le province

di Roberta Chiarello
16 Ottobre 2025 11:01 Aggiornato: 16 Ottobre 2025 14:43

Ascoltare «la gente e stare a contatto con le persone, perché ciascuno potrà dare un contributo per ciò che andrò a fare nelle Istituzioni».
Con queste parole Alberto Stefani, candidato della Lega alle elezioni regionali in Veneto, inaugura la campagna elettorale che porterà i cittadini alle urne il 23 e 24 novembre. A calcare il palco del Gran Teatro Geox di Padova anche il segretario del Carroccio Matteo Salvini e il governatore uscente Luca Zaia, che – dopo giorni di speculazioni – annuncia la propria candidatura come capolista in tutte le Province.

In un palazzetto che solitamente ospita concerti, il 15 ottobre è andato in scena il grande spettacolo della Lega, tra ovazioni e applausi in piedi di una folla leghista in delirio. Dopo una breve commemorazione dei tre carabinieri morti nell’esplosione del casolare a Castel d’Azzano, è Salvini a aprire il comizio. Il tentativo è quello di aggiustare il tiro dopo la deludente performance delle regionali in Toscana, dove il partito è crollato al 4,3% (dal 21,7% del 2020). «È una delle più grandi gioie» avere il candidato leghista, esordisce Salvini, sottolineando “la battaglia” con Giorgia Meloni per arrivare a questo risultato.
Una stoccata che evoca le recenti tensioni tra il partito di Via Bellerio e Fratelli d’Italia. L’impasse sul nome del prossimo governatore del Veneto, infatti, si è risolta solo l’8 ottobre in un vertice a Palazzo Chigi in cui Meloni ha acconsentito (o ceduto) alla candidatura di un esponente leghista. Secondo indiscrezioni, però, la premier avrebbe “prenotato” tutti i posti che contano in giunta e posto il veto su una possibile lista Zaia.
Tuttavia, la mossa non è servita a frenare il governatore uscente, che ieri, annunciando la sua candidatura come capolista, ha ribadito «Se sono un problema, divento un problema reale». Mentre prima si diceva «Dopo Zaia, solo Zaia» adesso si dirà «Dopo Zaia, scrivi Zaia», ha aggiunto il presidente, levandosi qualche sassolino dalla scarpa e augurando buon lavoro al neocandidato.

Alberto Stefani sembra volersi allineare sulla strada della continuità con il mandato di Zaia. D’altronde, difficilmente i veneti accetterebbero qualcosa di diverso dopo un governo del “Doge” lungo 15 anni. Il giovane leghista, però, dal palco del PalaGeox, ha voluto ribadire la sua linea: «Continuo a girare piazze, mercati, periferie, a visitare associazioni e imprese e lo faccio senza mai parlar male dei miei avversari». Questo perché Stefani non intende vederli come «nemici, ma come persone che la pensano diversamente da me. Così bisogna fare politica, senza odio o violenza verbale a cui per troppi anni abbiamo assistito».
Il delfino di Zaia, forte dello storico predominio della Lega in Veneto, sembra avere la vittoria in tasca. Si vedrà se riuscirà a onorare i suoi nobili intenti nel pieno della campagna elettorale contro Giovanni Manildo, il competitor nella corsa per le Regionali candidato dal Partito Democratico.


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