Regionali Campania, De Luca boicotta “l’alleato” Fico

di Roberta Chiarello
16 Ottobre 2025 14:43 Aggiornato: 16 Ottobre 2025 14:43

Hanno definito la riunione al palazzo della Regione come un incontro «cordiale» e basato sulla condivisione di un «obiettivo comune». Ma il clima tra il governatore uscente Vincenzo De Luca e il candidato del Movimento Cinque Stelle Roberto Fico, in vista delle elezioni regionali in Campania del 2025, sembra tutt’altro che disteso. La tornata elettorale del 23 e 24 novembre – che si terrà contemporaneamente anche in Veneto e Puglia – si preannuncia combattuta per tutti gli schieramenti politici.

A partire dal centrosinistra che, pur godendo di ampi consensi nella regione campana, sembra perdere coesione interna. De Luca, infatti, non ha digerito la scelta del Pd di affidare la successione a un candidato pentastellato, e teme che possa indebolire il campo progressista a favore della coalizione di destra. «Il tempo della demagogia e delle stupidaggini è finito», ha detto De Luca senza troppi giri di parole durante un intervento alla Festa del Foglio sabato scorso, avvisando Fico che «la Campania, dopo dieci anni di rivoluzione democratica e civile, ha bisogno di proposte serie e non di scemenze». Il candidato M5s ha incassato senza troppi siparietti, limitandosi a ribadire – a margine dell’incontro del 15 ottobre per la presentazione della sua lista – che «Il futuro si costruisce con il dialogo, non rispondendo alle offese».

Intanto, comunque, qualcosa tra le fila del campo largo si muove. A pochi giorni dalla chiusura delle liste, parecchi fedelissimi di Vincenzo De Luca sembrano intenzionati a “traghettare” verso la coalizione di centrodestra, il cui front runner per queste Regionali è Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri. Il motivo di questa mossa per molti “deluchiani” – attualmente coinvolti in vicende processuali non ancora giunte a definizione – sta nell’incompatibilità con il codice etico del Movimento Cinque Stelle, che impone l’assenza di procedimenti penali in corso per rivestire incarichi politici. Un nome su tutti è quello di Giovanni Zannini, uomo di fiducia di De Luca, che alle regionali di 5 anni fa si è accaparrato 23mila preferenze. Indagato per corruzione per alcuni presunti favori a imprenditori locali, ha ufficializzato il suo ingresso in Forza Italia lo scorso 22 settembre. «I miei sostenitori, nella stragrande maggioranza sindaci e amministratori, sono contrari a una coalizione a guida 5 Stelle, in cui l’area moderata è praticamente non rappresentata», ha dichiarato. La collocazione in Forza Italia registra, invece, «il consenso e l’adesione di tantissimi amministratori, pronti a fare con me il passaggio», ha avvisato Zannini.

Sul fronte degli Alleati, intanto, si registra una certa agitazione in merito alla possibile candidatura di Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura e ora inviato Rai da Parigi, come capolista di Fratelli d’Italia in Campania. La proposta sarebbe partita dalla sorella della premier Giorgia Meloni, Arianna, che punta su Sangiuliano per recuperare nei sondaggi la distanza con Roberto Fico. Il giornalista, però, ancora non scioglie la riserva, mentre l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini, preme per una decisione rapida. La novità (o il paradosso) è che l’ex ministro, qualora scendesse in campo, si troverebbe a competere contro la donna che lo ha coinvolto in uno scandalo istituzionale culminato con le sue dimissioni: Maria Rosaria Boccia. Il 15 ottobre, l’imprenditrice campana ha infatti confermato che si candiderà per il Consiglio regionale con la lista ‘Dimensione Bandecchi’, presentata dal leader di Alternativa Popolare e sindaco di Terni.