Nuovi dazi Usa all’India, Trump: continua a importare petrolio russo

Il primo ministro indiano Narendra Modi ospite alla Casa Bianca il 13 febbraio 2025
Photo: foto archivio Madalina Vasiliu/The Epoch Times.
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Sono entrati in vigore alla mezzanotte del 27 agosto i dazi aggiuntivi del 25% imposti dal presidente statunitense Donald Trump sulle importazioni dall’India, che portano al 50% l’aliquota complessiva applicata a diversi beni destinati al mercato americano. L’incremento segue l’annuncio di aprile, quando la Casa Bianca aveva introdotto un dazio del 26% sui prodotti indiani, con l’obiettivo dichiarato di spingere il governo di Nuova Delhi ad allentare le proprie barriere commerciali. Con un ordine esecutivo del 6 agosto, Trump ha disposto un ulteriore dazio del 25% sull’India, motivandolo con il fatto che il suo governo «sta importando direttamente o indirettamente petrolio dalla Federazione Russa». Dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’India è diventata uno dei principali partner commerciali della Russia: con un volume bilaterale annuo che sfiora i 69 miliardi di dollari, e importazioni di greggio superiori ai 52 miliardi di dollari lo scorso anno, l’India rappresenta circa un terzo delle esportazioni petrolifere russe. Nel dicembre 2024, il G7 ha introdotto un tetto di 60 dollari al barile sul greggio russo Urals per ridurre i ricavi petroliferi del Paese. Ma poiché i prezzi mondiali del petrolio sono calati – a 64 dollari il barile, sul mercato Wti – la differenza è ormai minima.
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