Bessent: se la Cina continua così a livello commerciale sarà rottura totale

di Redazione ETI/Andrew Moran
16 Ottobre 2025 16:01 Aggiornato: 16 Ottobre 2025 20:23

Il ministro del Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha dichiarato il 15 ottobre, in una conferenza stampa, che se Pechino rifiuterà di comportarsi come un partner commerciale affidabile, Washington e i suoi alleati potrebbero non avere altra scelta che procedere a un “disaccoppiamento” delle due economie. Pur sottolineando che la rottura quasi totale dei legami commerciali – il cosiddetto disaccoppiamento, appunto – non è l’obiettivo degli Stati Uniti, Bessent ha spiegato che tale misura potrebbe diventare inevitabile alla luce dell’atteggiamento del regime comunista cinese nell’attuale braccio di ferro sulle terre rare.

Bessent ha osservato che i produttori automobilistici statunitensi hanno recentemente segnalato rallentamenti nella fornitura di magneti dalla Cina, ricevendo dalle autorità del regime spiegazioni poco credibili sui ritardi. «Se la Cina vuole porsi come partner inaffidabile per il resto del mondo, allora il mondo sarà costretto a disaccoppiarsi» ha affermato Bessent. «Nessuno vuole disaccoppiarsi; noi vogliamo solo ridurre i rischi. Ma segnali come questi sono indicativi di un processo di disaccoppiamento che siamo certi la Cina non desideri» ha detto il ministro del Tesoro americano, ribadendo allo stesso tempo la necessità di «diversificare le catene di approvvigionamento, allontanandole dalla dipendenza cinese nel modo più rapido possibile».

Il 5 ottobre, Bessent ha riferito che i colloqui con i rappresentanti cinesi sono ancora in corso e ha ribadito la volontà dell’amministrazione americana di evitare escalation: «Come ha detto il presidente, noi vogliamo aiutare la Cina, non danneggiarla. Se qualcuno nel governo cinese vuole rallentare l’economia mondiale […] sarà la stessa economia cinese a subirne maggiormente le conseguenze». Bessent ha poi insistito sulla posizione da “nemico del mondo” assunta dal Partito comunista cinese: «sia chiaro che questa è una sfida da parte della Cina al mondo intero. Pechino ha imposto queste inaccettabili restrizioni alle esportazioni all’intero pianeta».

In un altro intervento durante un evento su Cnbc, Bessent ha sottolineato come le nuove restrizioni cinesi evidenzino l’urgenza per gli Stati Uniti di costruire catene di approvvigionamento autonome: «Quando arrivano annunci come quello di questa settimana sulla Cina e le terre rare, diventa chiaro che dobbiamo essere autosufficienti o, quantomeno, sufficienti grazie ai nostri alleati. Di fronte a un’economia non di mercato come quella cinese, è necessario adottare una politica industriale». Perché, ha poi spiegato Bessent, «da vent’anni a questa parte ogni volta che un’azienda in un’economia di mercato avvia o perfeziona un processo, la Cina interviene abbassando i prezzi per mettere fuori mercato il competitor». Per contrastare il dumping cinese, quindi, gli Stati Uniti stabiliranno dei «prezzi minimi» e acquisteranno «in anticipo» per evitare che il regime cinese possa “chiudere i rubinetti” a piacimento e mettere in crisi l’intera economia.

Bessent ha poi ricordato come si sia arrivati al punto di rendere la Cina un quasi monopolista del settore: «Dobbiamo mantenere alta la guardia. Per venti, venticinque anni non lo abbiamo fatto. La principale azienda cinese di terre rare era di proprietà di General Motors. I cinesi l’hanno comprata nel 1995. La Commissione per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, che io presiedo, ha stabilito che la società doveva rimanere negli Usa per cinque anni. Indovinate cosa è successo? Cinque anni e un giorno dopo è tornata in mani cinesi». Questo perché «tutti dormivano alla guida – ha concluso Bessent – Ma non lo faremo più».


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