Il tracollo del sistema comunista cinese è ormai inarrestabile
Male anche in novembre l’economia cinese
Sia la produzione industriale che la vendita al dettaglio mostrano un evidente calo della crescita rispetto alle aspettative degli economisti

Container cinesi alla China Shipping Holding Company Ltd. nel porto di Los Angeles a Wilmington, California, 4 febbraio 2025. Foto: REUTERS/Mike Blake.
Nell’ultimo mese, gli investimenti in Cina sono rallentati ulteriormente. Sia la produzione industriale che la vendita al dettaglio mostrano un evidente calo della crescita rispetto alle aspettative degli economisti. I dati rilasciati dall’Ufficio nazionale di statistica cinese segnano il livello di espansione più basso raggiunto dall’agosto del 2024 ed evidenziano quanto sia difficile per il regime comunista riformare il proprio sistema economico.
Huang Zichun, economista Capital Economics, dice che «i dati di novembre indicano una debolezza generalizzata nell’attività interna, in gran parte dovuta a una contrazione della spesa fiscale»; la previsione è che la crescita economica cinese rimarrà debole per tutto il 2026, nonostante il sostegno politico che dovrebbe portare a una parziale ripresa nei prossimi mesi.
Anche gli investimenti nel settore immobiliare sono crollati nell’ultimo anno, quasi il 16% in meno, con conseguente calo nell’immobilizzazione. Un tempo rappresentante un quarto del Pil cinese, il settore immobiliare è bloccato in una flessione dalla metà del 2021, erodendo la ricchezza delle famiglie e pesando fortemente sui consumi.
Anche la crisi immobiliare si è aggravata ulteriormente: le vendite di nuove case sono scese dell’11,2% da gennaio a novembre. Vanke, un costruttore fra i più grandi della Cina ora è a rischio default e lotta per evitare l’insolvenza e prevede di convocare presto una seconda riunione degli obbligazionisti per chiedere di poter ritardare il pagamento delle obbligazioni di un anno, benché la stessa proposta sia stata già rifiutata.
Anche la crisi immobiliare si è aggravata ulteriormente: le vendite di nuove case sono scese dell’11,2% da gennaio a novembre. Vanke, un costruttore fra i più grandi della Cina ora è a rischio default e lotta per evitare l’insolvenza e prevede di convocare presto una seconda riunione degli obbligazionisti per chiedere di poter ritardare il pagamento delle obbligazioni di un anno, benché la stessa proposta sia stata già rifiutata.
«Il continuo scivolamento del mercato immobiliare rimane uno dei rischi più significativi per gli sforzi della Cina di passare a un modello di crescita guidato dalla domanda interna» ha scritto in una nota Lynn Song, capo economista presso Ing Bank. I sostegni statali hanno dato un po’ di respiro nel 2024 e all’inizio di quest’anno, ma sarebbe necessario renderli continui e costanti per evitare la flessione.
Le esportazioni sono invece emerse come un motore vitale dell’economia cinese in mezzo ai problemi immobiliari. I dati doganali mostrano che a novembre le spedizioni sono aumentate del 5,9% rispetto allo stesso periodo nel 2024. Ma gli analisti dubitano che tale domanda esterna possa essere sostenuta nei prossimi anni. Un numero crescente di economie sta mettendo un freno alle importazioni per contrastare l’afflusso di merci cinesi a basso che ha devastato i settori manifatturieri di tutto l’Occidente.







