Sullo sfondo lo scandalo corruzione di Kiev
Il piano anticorruzione ucraino per l’ammissione all’Ue
Bruxelles e Kiev hanno concordato un piano d’azione per contrastare la corruzione e irrobustire le istituzioni democratiche dell'Ucraina al fine di facilitarne l’iter verso l'entrata nell'Ue

Marta Kos presenta il piano di allargamento Ue, novembre 2024 Foto EU. EPA/OLIVIER HOSLET via Ansa
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Bruxelles e Kiev hanno concordato un piano d’azione per contrastare la corruzione e irrobustire le istituzioni democratiche dell’Ucraina al fine di facilitarne l’iter verso l’entrata nell’Ue.
Il programma, articolato in dieci punti, giunge nel pieno di uno dei più gravi scandali per corruzione che abbiano colpito Kiev negli ultimi anni ed è stato siglato in occasione di un incontro informale tra ministri europei e rappresentanti ucraini svoltosi a Leopoli.
Il commissario Ue per l’Allargamento Marta Kos, riporta il Kyiv Independent, ha precisato che l’accordo mira «a rafforzare lo Stato di diritto, a combattere la corruzione e a consolidare istituzioni democratiche solide e trasparenti in Ucraina». Kiev si è impegnata a dare priorità a questi obiettivi nel corso del prossimo anno, allargando le competenze dei due principali organismi anticorruzione ucraini, l’Ufficio nazionale anticorruzione e l’Ufficio del procuratore speciale anticorruzione. Il piano prevede inoltre una riforma della magistratura e delle autorità governative e vari interventi in potenziamento dei meccanismi interni di prevenzione della corruzione.
«Noi riteniamo che l’allargamento dell’Ue rappresenti un investimento geostrategico in un’Europa forte, stabile e unita, fondata su valori condivisi, e che l’Ucraina possa diventare un elemento di forza per un’Unione Europea più ampia e resiliente», hanno dichiarato Marta Kos e il vice primo ministro ucraino per l’Integrazione europea ed euroatlantica Taras Kachka, in una nota congiunta diramata l’11 dicembre, in cui si dice anche: «In tale contesto, l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea accrescerebbe la sicurezza dell’intero continente e costituirebbe un pilastro essenziale delle garanzie di sicurezza future per Kiev».
Lo scandalo di corruzione in Ucraina sta sfiorando l’ex socio in affari del presidente Volodymyr Zelensky, Timur Mindich, sospettato di coinvolgimento in riciclaggio nell’ambito della vicenda dell’azienda energetica statale Energoatom.
Taras Kachka ha annunciato lo scioglimento immediato del consiglio di sorveglianza di Energoatom, definendolo il «primo passo per ristabilire l’ordine in azienda ed eliminare la corruzione» e precisando che «il nuovo organo di vigilanza dovrà essere più efficace, rinnovare la dirigenza, istituire adeguati controlli interni e supportare le forze dell’ordine nelle indagini».
Taras Kachka ha annunciato lo scioglimento immediato del consiglio di sorveglianza di Energoatom, definendolo il «primo passo per ristabilire l’ordine in azienda ed eliminare la corruzione» e precisando che «il nuovo organo di vigilanza dovrà essere più efficace, rinnovare la dirigenza, istituire adeguati controlli interni e supportare le forze dell’ordine nelle indagini».
Secondo L’Ufficio nazionale anticorruzione ucraino, i fornitori di Energoatom erano costretti a versare tangenti in cambio della conservazione della propria posizione e per evitare interruzioni nel servizio elettrico. Secondo gli inquirenti, circa cento milioni di grivne ucraine, equivalenti a poco più di due milioni di euro, sarebbero stati “distratti” nell’ambito del sistema corruttivo.
Lo scandalo ha coinvolto diverse figure di spicco dell’amministrazione Zelensky, tra cui l’ex vicepremier Oleksiy Chernyshov, il ministro dell’Energia Svitlana Hrynchuk, il ministro della Giustizia Herman Halushchenko e l’ex titolare della Difesa, attuale segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, Rustem Umerov.
Il 12 novembre, Halushchenko e la Hrynchuk hanno rassegnato le dimissioni, un giorno dopo che Zelensky ne aveva caldeggiato l’allontanamento, definendo la corruzione nel settore energetico «assolutamente inaccettabile». Lo scandalo ha suscitato un’ondata di indignazione popolare, mentre milioni di ucraini subiscono continui blackout e il blocco dei riscaldamenti in pieno inverno.
Il 12 novembre, Halushchenko e la Hrynchuk hanno rassegnato le dimissioni, un giorno dopo che Zelensky ne aveva caldeggiato l’allontanamento, definendo la corruzione nel settore energetico «assolutamente inaccettabile». Lo scandalo ha suscitato un’ondata di indignazione popolare, mentre milioni di ucraini subiscono continui blackout e il blocco dei riscaldamenti in pieno inverno.
Oltre ai problemi di corruzione, l’Ucraina incontra un ostacolo all’ingresso nell’Ue da parte dell’Ungheria, che si oppone all’adesione di Kiev. «L’Europa continua a inviare denaro all’Ucraina senza adeguati controlli e ora uno scandalo rivela somme ingenti svanite nel nulla. Eppure alcuni sostengono che ciò giustifichi l’adesione all’Ue. Assurdo», ha commentato il primo ministro ungherese Viktor Orban il mese scorso. «La posizione dell’Ungheria è cristallina: se un Paese non soddisfa nemmeno gli standard basilari, non è pronto per l’Unione Europea».
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