Ministro degli Esteri ungherese: continueremo a comprare gas e petrolio russi

di Redazione ETI/Guy Birchall
16 Ottobre 2025 11:34 Aggiornato: 16 Ottobre 2025 11:34

In materia di politica energetica i Paesi europei «si stanno comportando come degli sprovveduti». Lo ha dichiarato il 15 ottobre il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. Intervenendo in occasione della Settimana dell’Energia russa a Mosca, il diplomatico ha espresso un netto dissenso rispetto alla strategia di Bruxelles, che insiste sulla necessità di liberare il continente dalla dipendenza dal gas naturale liquefatto e dal petrolio di provenienza russa.

«I miei colleghi europei stanno agendo in modo insensato» ha sottolineato Szijjarto, citato dall’agenzia stampa russa, «Ora Bruxelles ci impone di rimpiazzare fornitori affidabili e a basso costo con fonti più onerose e meno sicure. L’Ungheria non vede alcuna logica in questa scelta». Il ministro ungherese – insistendo a tralasciare il fatto che la “logica” della scelta è quella della sanzione bellica – ha ribadito che la stabilità energetica rappresenta «la colonna portante della sovranità ungherese», e che Budapest non è intenzionata a metterla a rischio. Szijjarto ha spiegato inoltre che Mosca «non ha mai tradito le aspettative degli ungheresi riguardo alle forniture», condannando nel contempo gli attacchi ucraini contro l’oleodotto Druzhba, che trasporta greggio verso l’Ungheria e la Slovacchia, quest’ultima anch’essa membro dell’Unione europea.

Nel 2024, il governo ungherese ha aumentato le quantità acquistate dalla società di Stato russa Gazprom, portando l’importazione a circa 7 miliardi e mezzo di metri cubi di gas. Durante l’attuale visita a Mosca, Szijjarto ha reso noto che nel 2025 l’Ungheria riceverà dalla Russia circa 5 milioni di tonnellate di petrolio per mezzo della Druzhba, e si prevede di mantenere questo livello anche per l’anno successivo.

Budapest si ostina a difendere i propri acquisti di idrocarburi dalla Russia quando, secondo diverse fonti autorevoli, potrebbe approvvigionarsi in modo alternativo senza danno alla propria economia. Quasi a far nascere il sospetto di avere la volontà di comprare gas e petrolio russi per sostenere la disastrata economia russa nel suo sforzo di finanziare l’invasione dell’Ucraina. Un atteggiamento che ha suscitato critiche quasi unanimi in Occidente, tra cui quelle di Donald Trump. Che nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha stigmatizzato le nazioni Nato che continuano a acquistare energia dalla Russia, definendolo un comportamento ingiustificabile e persino incompresibile, osservando: «stanno di fatto finanziando la guerra contro se stessi». Lo stesso giorno, il presidente americano aveva annunciato che avrebbe chiesto direttamente a Viktor Orban di affrontare la questione.

I due si sono poi confrontati telefonicamente il 25 settembre, e in un’intervista del 26 settembre, Orban ha dichiarato di aver detto a Trump che privarsi delle importazioni russe costituirebbe un vero e proprio «disastro economico» per l’Ungheria, precisando: «L’Ungheria e gli Stati Uniti sono nazioni sovrane. Nessuno dei due deve necessariamente sposare le ragioni dell’altro. Gli Stati Uniti sono mossi dai loro interessi, così come l’Ungheria».

Unica nazione europea a difendere la posizione ungherese è la Slovacchia – a sua volta unico altro Stato Ue e Nato ancora dipendente dalla Russia – la cui linea ricalca quella ungherese.


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times