Nell’attuale contesto di crescente competizione internazionale, la difesa nazionale non si gioca più soltanto sui campi di battaglia o sulle reti di computer: oggi le nuove linee del fronte attraversano le infrastrutture energetiche. Secondo alcune recenti indagini giornalistiche, all’interno della rete statunitense sarebbero stati installati inverter solari di fabbricazione cinese, dotati di componenti non dichiarati, paragonabili a “cavalli di Troia” nascosti in snodi critici dell’infrastruttura.
Quella emersa non è solo una vulnerabilità tecnica: rappresenta un vero e proprio nodo giuridico. È dunque necessario mobilitare gli strumenti del contenzioso civile e delle azioni giudiziarie a livello statale. La prossima linea di difesa contro la compromissione delle infrastrutture potrebbe non trovarsi in una sala server o in un centro di intelligence, ma in un’aula di tribunale.
MACCHINE FANTASMA NELLA RETE
Un’inchiesta pubblicata da Reuters nel maggio 2025 ha rivelato che alcuni inverter solari prodotti in Cina — dispositivi che trasformano l’energia solare in elettricità utilizzabile — sono stati commercializzati con radio cellulari nascoste, capaci di abilitare accessi remoti non autorizzati. Questi componenti, forniti da aziende come Huawei e Sungrow, potrebbero consentire di intervenire in tempo reale sui sistemi solari connessi alla rete elettrica statunitense.
Secondo fonti del settore energetico, si tratterebbe di una porta d’accesso a manomissioni da remoto su impianti municipali, microreti installate in basi militari e interi sistemi regionali. Un blackout coordinato —un tempo ipotesi da laboratorio — oggi risulta concretamente realizzabile.
LE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE DIVENTANO TEATRO DI SCONTRO
Non si tratta di un caso isolato. Il Partito comunista cinese da tempo porta avanti una strategia “a duplice uso” per le infrastrutture internazionali, integrando tecnologie legate allo Stato in sistemi critici, attraverso la Nuova Via della Seta e investimenti nel settore energetico estero. In Spagna, ad esempio, l’azienda China Three Gorges Europe gestisce uno dei maggiori impianti solari del Paese. Le infrastrutture rinnovabili promettono benefici economici e ambientali, ma costituiscono anche punti di accesso stranieri ai sistemi di controllo della rete. In caso di crisi, tali accessi potrebbero trasformarsi in strumenti di sabotaggio. Non serve un attacco informatico quando l’hardware controllato da un avversario è già integrato nella rete.
UN PROBLEMA GIURIDICO: DALLE IMPORTAZIONI ALLE MINACCE INFRASTRUTTURALI
Da un punto di vista giuridico, la presenza di questi componenti occulti sfuma il confine tra una normale importazione commerciale e una capacità ostile occulta. Questo solleva questioni in tre ambiti fondamentali del diritto:
Appalti e diritto commerciale — Le norme federali in materia di acquisti pubblici (Federal Acquisition Regulation) e il relativo supplemento per la Difesa (Dfars) già vietano l’utilizzo di apparecchiature di telecomunicazione e videosorveglianza di determinate aziende cinesi. Analoghi divieti dovrebbero essere estesi agli inverter solari e ad altri dispositivi elettronici per l’energia, soprattutto se provenienti da imprese già sottoposte a valutazioni di sicurezza nazionale.
Cybersecurity e normativa sulle infrastrutture — Il ministero dell’Energia e quello degli Interni hanno iniziato a richiedere una distinta base software (Sbom), ma il tracciamento dell’origine dell’hardware è ancora largamente insufficiente, specie nei dispositivi dotati di funzionalità di comunicazione e controllo.
Poteri d’emergenza e norme di difesa — In caso di crisi, leggi come il Defense Production Act e il Stafford Act consentirebbero interventi urgenti: rimozione, sostituzione o contromisure informatiche. Tuttavia, tali poteri devono essere pianificati in anticipo, non improvvisati nel momento del bisogno.
DISPOSITIVI TROJAN E RESPONSABILITA’ GIURIDICHE
Questi inverter non sono soltanto un rischio potenziale: potrebbero essere considerati prodotti difettosi secondo il diritto civile statunitense. Ai sensi del Restatement (Third) of Torts, un prodotto è considerato difettoso se:
- presenta un pericolo prevedibile legato alla sua progettazione;
- è venduto senza avvertire dei rischi noti.
Le aziende cinesi coinvolte hanno incorporato radio non documentate nei dispositivi, senza segnalarne l’esistenza. Hanno commercializzato tali prodotti nel mercato energetico statunitense nonostante le chiare implicazioni per la sicurezza della rete. Si tratta di elementi tipici sia del difetto di prodotto sia delle pratiche ingannevoli, secondo il diritto statunitense.
PRECEDENTI GIURISPRUDENZIALI: CI SIAMO GIA’ PASSATI
Gli Stati Uniti hanno già affrontato casi di inganni tecnologici provenienti dall’estero. Due esempi emblematici:
Dieselgate (Volkswagen) — Il colosso automobilistico ha pagato oltre 14,7 miliardi di dollari per aver utilizzato dispositivi truccati al fine di eludere i controlli sulle emissioni. L’inganno relativo al software integrato ha portato a responsabilità sia civili che penali.
Causa Huawei contro gli Stati Uniti — I tribunali hanno confermato la legittimità dei divieti di acquisto basati su motivi di sicurezza nazionale, respingendo le obiezioni di incostituzionalità sollevate dalla società.
Questi casi dimostrano che, quando aziende straniere ingannano le autorità o integrano minacce nascoste in sistemi pubblici, il diritto statunitense è in grado di reagire con decisione.
UNA STRATEGIA LEGALE SU PIU’ FRONTI
Non è necessario introdurre nuove leggi: occorre invece applicare in modo strategico quelle già esistenti. Ecco una possibile via d’azione:
- Il ministero della Giustizia avvia procedimenti civili sulla base delle normative federali in materia di tutela dei consumatori.
- I procuratori coordinano azioni collettive secondo le leggi contro pratiche commerciali sleali e ingannevoli, come lo Ucl e il Clra in vigore in California.
- Le aziende pubbliche fornitrici di energia e le amministrazioni comunali chiedono risarcimenti per i costi legati all’ispezione, sostituzione o messa in sicurezza dei dispositivi compromessi.
- Esperti di sicurezza informatica e ingegneri delle infrastrutture forniscono prove tecniche che collegano i componenti non dichiarati a rischi prevedibili.
Le basi giuridiche per queste azioni — difetto di prodotto, mancato avvertimento, turbativa dell’interesse pubblico, pratiche commerciali ingannevoli — non sono congetture: si tratta di categorie già consolidate e sperimentate.
LA CAUSA CIVILE COME DETERRENTE
L’obiettivo non è solo ottenere risarcimenti, ma modificare gli incentivi. Se i produttori ostili sanno che dovranno affrontare cause da miliardi di dollari per aver progettato dispositivi Trojan, dovranno rivedere la propria strategia commerciale — o rinunciare all’accesso al mercato statunitense. In questo modo il contenzioso diventa una forma di “guerra legale”: uno strumento offensivo del potere nazionale, capace di imporre costi e orientare i comportamenti. Nell’attuale confronto strategico nei domini digitali ed energetici, l’azione giudiziaria può colmare quel vuoto deterrente che si apre tra le sanzioni economiche e gli interventi armati.
PRONTEZZA OPERATIVA: IL DIRITTO DEVE SUPPORTARE LA RISPOSTA
L’azione legale è necessaria, ma non basta. Anche la pianificazione della resilienza infrastrutturale deve adattarsi.
Gli inverter solari sono sempre più presenti nelle microreti delle basi militari, nei centridella Guardia nazionale e in infrastrutture civili strategiche. Se tali dispositivi venissero compromessi—attraverso comandi da remoto o codici malevoli — potrebbero paralizzare le reti locali nei momenti più critici.
Fra le misure preventive da adottare prima di un’eventuale crisi:
- Esercitazioni di interruzione della rete — simulazioni civili che riproducono scenari di guasto degli inverter e interruzione della rete.
- Esercitazioni congiunte in ambito cyber-energetico — con la partecipazione del Pentagono, del ministero dell’Energia, del ministero degli Interni e delle aziende elettriche, per testare i protocolli di isolamento e ripristino in caso di compromissione dell’hardware.
- Pianificazione legale d’emergenza — i vari enti devono definire in anticipo su quali poteri d’urgenza contare per rimuovere, sostituire o isolare digitalmente i sistemi compromessi.
CONCLUSIONE: UNA DIFESA MULTILIVELLO CHE PASSA DAI TRIBUNALI
La presenza di componenti Trojan negli inverter cinesi mette in luce una pericolosa asimmetria normativa nelle infrastrutture statunitensi. Gli avversari stanno inserendo potenziali interruttori letali nei sistemi civili, consapevoli che la reazione legale americana sarà lenta, reattiva o del tutto assente. Questo stato di cose deve cambiare.
La deterrenza giuridica deve entrare a pieno titolo nel nostro arsenale difensivo. Se possiamo imporre sanzioni a una banca o a un produttore di droni che agevola il nemico, possiamo anche avviare procedimenti legali contro un’azienda che integra accessi remoti nei sistemi energetici destinati ad alimentare basi militari e ospedali.
Gli Stati Uniti dispongono degli strumenti giuridici necessari. Quello che ora serve è il coordinamento e la volontà politica di agire. Il contenzioso non deve essere l’ultima risorsa: deve diventare parte integrante della strategia multilivello che protegge la sovranità nazionale in un mondo interconnesso. Perché, nell’era della competizione strategica, la rete elettrica è un campo di battaglia, e il diritto uno degli strumenti per difenderla.
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