Anche il Parlamento italiano, dopo quello statunitense, interviene a difesa dello spettacolo di danza classica cinese Shen Yun, perseguitato dalla dittatura comunista cinese perché realizzato da praticanti della via di coltivazione spirituale Falun Gong.
Il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi, infatti, insieme ai colleghi Andrea De Priamo, Susanna Campione, Cinzia Pellegrino, Giovanna Petrenga, Sergio Rastrelli, Gianni Rosa, Raoul Russo, Domenica Spinelli e Antonella Zedda, ha depositato un’interrogazione parlamentare urgente indirizzata ai ministri della Cultura, Alessandro Giuli, e dell’Interno, Matteo Piantedosi. L’oggetto della richiesta è la verifica di presunte pressioni esercitate dal Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze su alcuni direttori di teatri italiani, al fine di impedire le esibizioni della compagnia teatrale Shen Yun.
Shen Yun, compagnia di danza classica cinese fondata negli Stati Uniti da praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong, porta in scena spettacoli che mostrano al mondo la millenaria cultura cinese precedente la (violenta) presa del potere del comunismo in Cina, e denuncia la persecuzione e le violenze subite dai praticanti del Falun Gong in Cina a partire dal 1999, quando il Partito Comunista Cinese ha messo al bando questa disciplina spirituale.
Secondo quanto riportato nell’interrogazione, gli spettacoli di Shen Yun sono stati oggetto di tentativi di boicottaggio da parte del personale consolare cinese, che risulta abbia contattato i direttori dei teatri italiani per screditare sia la compagnia Shen Yun Performing Arts sia l’Associazione culturale Il Ponte, composta da volontari, che ne sostiene le attività in Italia.
L’interrogazione dei parlamentari di Fratelli d’Italia richiama inoltre una risoluzione del Parlamento Europeo che chiede alla Repubblica Popolare Cinese di cessare la persecuzione dei praticanti del Falun Gong, evidenziando come nell’ambito di tale persecuzione vengano perpetrare «intimidazioni, detenzioni arbitrarie, torture» e altri crimini contro i diritti umani.
I senatori chiedono al governo di verificare se sia a conoscenza delle comunicazioni inviate dal regime cinese ai direttori dei teatri, e se tali atti possano essere considerati ingerenze nella programmazione culturale dei teatri italiani, luoghi simbolo di libertà artistica e espressione. Un episodio che, se confermato, rappresenterebbe una grave interferenza straniera nelle attività culturali italiane, sollevando seri interrogativi sulla tutela della libertà di espressione e sul rispetto dei diritti umani nel nostro Paese.